Il rallentamento del lusso tocca anche Chanel. Nel 2024 i ricavi scendono del 5,3%

Iniziano a scricchiolare anche quelli che da tempo erano considerati i dogmi fondamentali della moda. Ovvero che alcuni brand restino immuni agli scossoni mondiali che stanno facendo rallentare il settore del lusso. Nel 2024 i ricavi di Chanel sono diminuiti del 5,3% a tassi correnti e del 4,3% a cambi costanti, attestandosi a 18,7 miliardi di dollari (pari a 16,52 miliardi di euro). L’utile operativo è sceso del 30%, attestandosi a 4,48 miliardi di dollari. Si tratta del primo rallentamento delle vendite dal 2020. L’utile operativo è sceso a 4,5 miliardi di dollari dai 6,4 miliardi di dollari dell’anno precedente, l’ebitda adjusted è calato del 24,2% e il cash flow è diminuito del 67,6% a 1,9 miliardi di dollari.

“La nostra performance del 2024 segue un periodo di crescita senza precedenti per Chanel, in cui i ricavi sono quasi raddoppiati rispetto ai tre anni precedenti”, ha dichiarato ha dichiarato Leena Nair, CEO globale di Chanel ad alcune testate internazionali, sottolineando poi come la volatilità possa far perdurare la fase di assestamento del brand.

Le spese in conto capitale hanno raggiunto il valore 1,8 miliardi di dollari con un aumento del 43% rispetto all’anno precedente e, come aggiunge Business of fashion, hanno incluso l’apertura di 53 nuove boutique, “per lo più negozi indipendenti di profumi e prodotti di bellezza”. Si tratta di un valore record di investimenti, segnala la nota del gruppo. Nel 2025 è prevista l’apertura di altri 48 store. Gli investimenti continueranno in modo massiccio anche quest’anno, ha spiegato il management, con piani per nuovi negozi in Cina e negli Stati Uniti, oltre che in Messico, India e Canada. Solo sei dei nuovi punti vendita saranno negozi di abbigliamento. Secondo quanto riporta Reuters, investirà inoltre 600 milioni di dollari nelle catene di approvvigionamento, internalizzando la produzione, tra cui l’acquisto di azioni di un fornitore di seta in Francia e di un produttore di gioielli in Italia.

A livello geografico, Chanel, di proprietà dei fratelli miliardari francesi Alain e Gérard Wertheimer, ha registrato un andamento in crescita in Europa (+1,2% a tassi correnti e +0,6% a tassi costanti) mentre le Americhe hanno registrato un calo del 4,3% (-4,2% a valori costanti) e l’area Asia-Pacifico del 9,3% (-7,1% a tassi costanti). Tra le varie categorie, l’abbigliamento mantiene il suo momento positivo, trainato soprattutto dalle “ottime performance” di Giappone ed Europa mentre “l’attività ha vissuto un contesto più difficile nella Cina continentale”, riporta la nota. Performance definite importanti anche per la parte delle fragranze e del beauty. Orologi e alta gioielleria hanno registrato una “crescita dinamica”, alimentata in gran parte dalla collezione Coco Crush di gioielli con motivo incrociato, ispirati agli accessori trapuntati del marchio.

Secondo quanto riportato da Business of fashion, “l’aumento delle vendite nei settori prêt-à-porter, bellezza e gioielleria suggerisce che il calo dei ricavi complessivi di Chanel potrebbe essere attribuito in gran parte alla categoria principale della pelletteria, un fattore chiave dei profitti di Chanel”. Il management di Chanel ha sottolineato a Wwd che, nonostante il nuovo direttore creativo Matthieu Blazy presenterà la sua prima collezione a ottobre, Chanel non si aspetta risultati immediati. Nel corso della call con Reuters, la CEO ha inoltre affermato che Blazy non introdurrà la linea di abbigliamento maschile.

Chanel, che lo scorso anno ha aumentato i prezzi di circa il 3% per tenere il passo con l’inflazione, potrebbe aumentarli ulteriormente quest’anno, in linea con l’inflazione.