Il robot umanoide che cammina come noi: il segreto di XPENG IRON
Quando XPENG ha sollevato il velo su IRON durante l’AI Day di Guangzhou, il pubblico si è trovato davanti a qualcosa che andava oltre la solita dimostrazione tecnologica. La camminata naturale, i gesti coordinati, perfino la postura hanno generato un’ondata di incredulità: sui social molti hanno pensato che dentro ci fosse un attore. La risposta dell’azienda è arrivata in modo teatrale, con un ingegnere che ha inciso la pelle sintetica dell’androide per mostrare l’esoscheletro metallico sottostante. Un gesto forte, ma necessario per chiarire che l’effetto “troppo umano” non era un trucco, bensì il risultato di un progetto che punta a riprodurre l’anatomia e la fisicità di una persona reale.
La filosofia di XPENG va infatti oltre il tradizionale robot antropomorfo. IRON non vuole essere un atleta meccanico né un braccio industriale travestito da umanoide, ma si punta a creare un sistema che si muova e appaia in modo naturale, riducendo quella sensazione di estraneità che di solito accompagna i robot dalle forme umane. Il cuore del progetto è una struttura interna modellata come uno scheletro biologico, con una colonna vertebrale bionica e attuatori pensati per imitare il funzionamento dei muscoli. Su questa architettura trova posto una pelle morbida, flessibile, studiata per copiare le micro-deformazioni che avvengono nei movimenti umani.
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