Inclusività, c’est fini. Modelle curvy inferiori all’1% durante le sfilate

L’inclusività è decisamente passata di moda. È ormai una tendenza consolidata fare a meno di modelle lontane dalle canoniche caratteristiche fisiche sulle passerelle delle principali capitali della moda. Secondo Vogue Business le sfilate primavera/estate 2026 appena concluse hanno visto un miglioramento inferiore all’1 per cento. Dei 9038 look presentati in 198 sfilate e presentazioni, il 97,1% erano taglie dalla 36 alla 40, il 2% erano taglie dalla 42 alla 46 e appena lo 0,9% erano oltre la 46. La stagione scorsa, il 97,7% dei look erano taglie “standard”, il 2% medie e lo 0,3% curvy . Rispetto alla primavera/estate 2025 la rappresentanza delle taglie oltre la 46 in questa stagione è rimasta la stessa, mentre la rappresentanza delle taglie medie si è dimezzata.
Anche durante la New York fashion week, in passato indubbiamente più propensa a selezionare modelle plus size, l’inclusività è diminuita: i look presentati da indossatrici di taglia media sono passati dal 2,8% della stagione precedente all’1,5%, mentre i look over46 sono aumentati dallo 0,5% all’1% in questa stagione, le taglie standard sono aumentati dal 96,7% al 97,5 per cento. La London fashion week è rimasta la più inclusiva, le taglie medie sono passate dal 6,5% al 6,7%, le modelle over46, appena l’1,6% sei mesi fa, sono state invece il 2,8 per cento. Di conseguenza le taglie standard sono diminuite, passando dal 92,8% al 90,5 per cento.
A Milano, solo quattro brand hanno incluso modelle di taglia non standard (Boss, Marco Rambaldi, Antonio Marras e Sunnei) il numero più basso mai registrato dal lancio del report di Vogue Business. La percentuale di look di taglia standard è rimasta invariata in questa stagione, al 99,1%, mentre i look di taglia media sono scesi dallo 0,9% allo 0,7% e i look indossati da curvy sono “aumentati” dallo 0% allo 0,2 per cento.
All’ombra della Torre Eiffel gli outfit di taglia media sono passati dall’1% all’1,5% e i look di taglia forte sono aumentati dallo 0,1% allo 0,6 per cento. I look di taglia standard sono leggermente diminuiti dal 98,9% al 97,9 per cento. Le maison storiche che possono definirsi inclusive sono state Nina Ricci e Givenchy.
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