Iran al limite, quanto reggerà? Ma in Italia si pensa al fascismo e alla Nazionale

Giugno 17, 2025 - 09:30
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Iran al limite, quanto reggerà? Ma in Italia si pensa al fascismo e alla Nazionale

Quanto ancora potrà resistere l’Iran? Tel Aviv ritiene che non ci sia più scampo per il regime di Teheran. “Controlliamo i cieli, la pace è vicina”, dice convinto Netanyahu. Parole di propaganda come avviene in tutte le guerre o certezza di avere ormai il nemico in pugno?

È su questo interrogativo che il mondo politico discute ma ogni opinione è diversa dall’altra. Però, le armi non tacciono, i bombardamenti continuano, i missili vanno alla ricerca di obbiettivi strategici  e migliaia di persone perdono la vita: donne. bambini, gente comune che vorrebbe far finire questo conflitto non domani, ma oggi.

Bombe in diretta sulla Tv in Iran

Iran al limite, quanto reggerà? Ma in Italia si pensa al fascismo e alla Nazionale , nella foto: Attacco alla tv di Stato iraniana
Iran al limite, quanto reggerà? Ma in Italia si pensa al fascismo e alla Nazionale – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Avviene di tutto: anche che la tv di Stato iraniana venga distrutta dalle bombe in diretta con l’annunciatrice che fugge coperta dai detriti.

Fin dove si vuole arrivare? L’odio non ha più confini. Il leader israeliano è convinto che tutto finirebbe in un baleno se il tiranno Khamenei venisse ucciso. È chiuso nel suo bunker o ha trovato una via di fuga per essere “ospitato” in Russia?

Le notizie si accavallano, l’una smentisce l’altra: la confusione regna sovrana e non si riesce a trovare il bandolo della matassa, quello che potrebbe far tacere le armi.

In Canada, il G7 non trova un denominatore comune. Sono tutti (o quasi) per la de-escalation della guerra, ma Trump (si, proprio lui) si oppone e ritiene che sia stato un errore respingere la Russia di Putin, quel dittatore del Cremlino che Donald avrebbe voluto come mediatore per gestire la pace. Se poi le decine di milioni di persone che osservano i grandi della terra non si raccapezzano più si può dar loro torto?

Ragione per cui ogni riflessione diventa superflua perché la realtà segue strade diverse assolutamente contrapposte. Così la guerra continua, il Medio Oriente è in fiamme e il mondo si trova nel mezzo di un inferno le cui conseguenze sono gravi e imprevedibili. Possibile che non ci si renda conto che le armi atomiche potrebbero cancellare intere città, distruggere Paesi grandi e piccoli e provocare morti a milioni?

Europa come il Pd

L’Europa che non trova ancora una linea comune temporeggia, a parole è pronta a fare qualsiasi passo, ma quando si deve trovare una via d’uscita gli ostacoli si moltiplicano e tutto finisce come una bolla di sapone. La Francia la pensa in un modo, la Germania in un altro, la Spagna segna il passo, l’Italia vuole a tutti i costi raggiungere almeno una tregua con Giorgia Meloni a far da pontiera anche se non si deve attraversare l’Oceano.

Molti sono dell’avviso che la nostra premier possa davvero essere l’arma in più, ma coloro che tentennano guardano all’Italia come un Paese in cui le divisioni sono tante e le forze politiche non trovano il minimo accordo.

Maggioranza e opposizione non hanno nemmeno un punto in comune e questo non giova in campo internazionale. Invece di pensare a come far rivivere l’Europa di un tempo, si va alla ricerca di un qualsiasi appiglio che possa sconfiggere l’avversario.

Oggi è di moda organizzare manifestazioni in grado di placare gli animi e trovare una maggiore tranquillità. La prossima ha già una data: il 21 giugno, il tema è dire subito un no assoluto contro il riarmo europeo.

La sinistra è d’accordo? Si, ma non tutta. I più estremisti, con alla testa il duo Bonelli – Fratoianni sono pronti, ma il resto della comitiva sfoglia la margherita. Giuseppe Conte sarà in prima linea, il Pd tentenna. I riformisti, capeggiati dalla onnipresente Pina Picierno, vice presidente della commissione europea, non sono d’accordo.

Elly Schlein li teme e preferisce  rispondere che ha già preso un impegno che la porterà fuori dei confini. Si salva precisando che al corteo sarà presente una folta delegazione del partito.

“Come si può tentare un’alleanza con questa sinistra”, sostiene Carlo Calenda, dimostrando ancora una volta che il campo largo è solo una pia illusione di Elly. Pure Matteo Renzi è indeciso: allora che manifestazione sarà? L’importante è scendere in piazza, il resto non conta.

I temi essenziali su cui far convergere il pensiero di tutti gli italiani sono due: il pericolo del fascismo che deve essere ancora considerato un reato politico a ottant’anni dalla morte decretata dalla storia e la nazionale di calcio affidata a Gennaro Gattuso.  “Ringhio non rappresenta l’italianità”, si sfoga Ignazio La Russa. La scelta potrebbe essere diversa? Può darsi, ma forse il presidente del Senato non si rende conto che le gatte da pelare in Italia sono ben altre. O no?

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