La nota ANCI sulla legge di semplificazione 2025 per le attività produttive
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Dall’autotutela amministrativa agli spettacoli dal vivo, passando per dehors, sicurezza pubblica e procedure digitali: la Legge n. 182/2025 ridisegna il rapporto tra pubblica amministrazione e attività economiche.
La semplificazione amministrativa torna al centro dell’agenda legislativa con un provvedimento destinato ad avere un impatto concreto sull’operatività quotidiana dei Comuni e sul lavoro di imprese e professionisti. La Legge 2 dicembre 2025, n. 182, entrata in vigore il 18 dicembre 2025, introduce un ampio pacchetto di misure finalizzate a rendere più snelli, rapidi e digitali i procedimenti che regolano le attività economiche e i servizi.
Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 dicembre, affronta nodi storici della burocrazia locale e interviene su settori molto diversi tra loro, ma accomunati dall’esigenza di ridurre incertezze, tempi morti e sovrapposizioni normative. L’ANCI ha accompagnato l’entrata in vigore della legge con una nota di lettura per supportare gli enti locali nella prima applicazione delle nuove disposizioni.
Autotutela amministrativa: tempi dimezzati e più certezza giuridica
Uno degli interventi più rilevanti riguarda l’autotutela della pubblica amministrazione, ovvero il potere di annullare d’ufficio i propri atti. Il legislatore ha scelto di ridurre ulteriormente i margini temporali entro cui le amministrazioni possono esercitare questa facoltà, fissando il limite massimo a sei mesi.
La scelta risponde a un obiettivo chiaro: rafforzare la stabilità degli atti amministrativi e tutelare l’affidamento di cittadini e imprese che hanno fatto legittimo affidamento su un provvedimento favorevole. Restano ferme, naturalmente, le eccezioni più gravi, come i casi in cui l’atto sia stato ottenuto sulla base di comportamenti penalmente rilevanti accertati con sentenza definitiva.
Attività economiche e comunicazioni più semplici
Nel solco della semplificazione si collocano anche gli interventi su specifiche attività produttive. Un esempio concreto riguarda il settore dell’autoriparazione, dove viene alleggerito l’iter successivo alla formazione professionale obbligatoria: una volta concluso il corso con esito positivo, è sufficiente una comunicazione alla Camera di Commercio, senza ulteriori passaggi ridondanti.
Una logica analoga ispira le modifiche al canone patrimoniale di concessione, con l’estensione delle esenzioni anche alle targhe identificative dei cantieri, purché entro determinati limiti dimensionali. Una misura che punta a ridurre oneri spesso percepiti come sproporzionati rispetto all’utilità pubblica.
Alberghi e parcheggi: più flessibilità, ma con regole chiare
La legge interviene anche sul fronte della mobilità urbana, introducendo nuove possibilità per le strutture ricettive. Gli alberghi potranno ottenere concessioni temporanee di suolo pubblico da destinare a parcheggio o alle operazioni di carico e scarico dei bagagli.
Si tratta di un’apertura significativa, soprattutto nei centri urbani a forte vocazione turistica, che tuttavia resta subordinata alle esigenze di sicurezza stradale e fluidità del traffico, con limiti precisi in base alla tipologia di strada e al contesto urbano.
Spettacoli dal vivo: la SCIA diventa la regola
Uno dei capitoli più attesi riguarda la disciplina degli spettacoli dal vivo e delle proiezioni cinematografiche. La legge consolida e chiarisce un modello già sperimentato negli anni precedenti, rendendo strutturale il ricorso alla Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) per eventi culturali entro determinati parametri.
Teatro, musica, danza e cinema, fino a un massimo di 2.000 partecipanti e in una fascia oraria prestabilita, potranno essere organizzati senza autorizzazioni preventive tradizionali, salvo la presenza di vincoli ambientali o culturali. L’attività può iniziare immediatamente, mentre l’amministrazione conserva un potere di controllo successivo, con termini e modalità ben definiti.
Dehors: proroghe, riordino e più tempo per adeguarsi
Il tema dei dehors continua a essere centrale nel dibattito tra Comuni ed esercenti. La nuova legge proroga i termini per il riordino complessivo della materia e allunga la validità delle autorizzazioni rilasciate in epoca emergenziale fino al 30 giugno 2027.
Viene inoltre riconosciuta la necessità di garantire alle imprese un periodo congruo per il ripristino dei luoghi, nel caso in cui non ottengano le autorizzazioni definitive. Un passaggio che mira a evitare effetti traumatici e a favorire una transizione ordinata verso il nuovo assetto normativo.
Pubblica sicurezza: competenze più vicine al territorio
Un’altra direttrice della riforma riguarda la riorganizzazione delle competenze in materia di pubblica sicurezza. Diverse funzioni autorizzatorie vengono trasferite dal Ministero dell’Interno ai prefetti, con l’obiettivo di avvicinare le decisioni al territorio e ridurre i tempi dei procedimenti.
Parallelamente, vengono riviste le regole sul silenzio assenso, chiarendo in modo netto i casi in cui questo istituto non può trovare applicazione, come per le attività che incidono sulla sicurezza pubblica o sull’incolumità delle persone.
Digitalizzazione: tempi realistici e regole condivise
La legge affronta anche un tema spesso trascurato: i tempi tecnici necessari allo sviluppo dei software richiesti per adempiere agli obblighi amministrativi. D’ora in avanti, le amministrazioni dovranno tener conto non solo delle scadenze formali, ma anche delle fasi di progettazione, test e collaudo dei sistemi informatici.
Inoltre, viene introdotto un obbligo di trasparenza preventiva, imponendo agli enti di mettere a disposizione con adeguato anticipo specifiche tecniche e ambienti di prova. Un passaggio cruciale per evitare ritardi e contenziosi.
Un nuovo equilibrio tra regole e operatività
Nel complesso, la Legge n. 182/2025 disegna un nuovo equilibrio tra controllo pubblico e libertà economica, puntando su responsabilizzazione, digitalizzazione e certezza dei tempi. Per i Comuni si apre una fase di adattamento importante, che richiederà competenze, coordinamento e capacità interpretativa.
La sfida sarà trasformare le semplificazioni normative in vantaggi concreti per cittadini e imprese, evitando che le nuove regole restino sulla carta. In questo senso, il ruolo di accompagnamento e supporto svolto dall’ANCI rappresenta un tassello fondamentale per tradurre la riforma in prassi amministrativa efficace.
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