Le voci dal palazzo, Meloni: “Non mi dimetto, se le riforme non passano non farei una cosa già fatta da Renzi”. Schlein: “Avete paura del referendum”. Calenda: “Governo fa gioco delle 3 carte”. Patuanelli: “Spese difesa? O si taglia o è una supercazzola”

Nel palazzaccio della politica italiana oggi a parlare è la premier Giorgia Meloni. Nel suo intervento al Senato, la leader di Fratelli d’Italia ha toccato svariati temi. Si è detta “favorevole al ritorno delle preferenze”, ha spiegato che sia l’Italia e l’Europa hanno bisogno di rafforzare le proprie capacità difensive ed ha dichiarato che il Governo procederà spedito su premierato e riforma della giustizia. Durante il suo intervento c’è stato un battibecco con Matteo Renzi sul referendum che dovrà essere inevitabilmente indetto per approvare il premierato. Il leader di Italia Viva ha invitato la Meloni a “dimettersi in caso di sconfitta”, la prima donna premier italiana ha replicato che non farebbe mai “una cosa già fatta da Renzi”. Per la Schlein, “Meloni e il Governo hanno paura del referendum”. Patuanelli del Movimento 5 Stelle ha infine detto che per la difesa, “o si taglia la spesa o si tratta di una supercazzola in ambito Nato”.
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“Non mi dimetto se le riforme non passano, non farei mai una cosa già fatta da Renzi” (Giorgia Meloni)
“Riteniamo ci sia una grande confusione su un argomento su cui non ci può essere confusione: è quello della difesa e della sicurezza nazionale. Le dichiarazioni del ministro Crosetto sull’esercito inadeguato in questo contesto geostrategico sono chiare. Senza una deroga al Patto della stabilità, una Difesa all’altezza dei tempi non è possibile. Ma il colpo di scena è che il ministro Crosetto ha detto che il 2% lo raggiungeremo attraverso lo spostamento di poste di bilancio. Questo è un gioco delle tre carte che non può essere accettato per un grande Paese” (Carlo Calenda)
“Evidentemente Giorgia Meloni e il governo, che invitano a non partecipare al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno, hanno paura. Non solo l’invito all’astensione è un tradimento dei principi costituzionali che fissano il voto come un ‘dovere civico’. Un governo che teme che il popolo possa esprimersi, è un governo che teme il popolo stesso. Noi, come partito Democratico, ribadiamo il nostro impegno per i 5 sì ai referendum” (Elly Schlein)
“Meloni è una campionessa dell’incoerenza. Ce ne siamo accorti che non sta facendo le stesse cose che ho fatto io come ad esempio il piano Industria 4.0. Tra lei e Putin io sono patriota vero” (Matteo Renzi)
“Penso di sì, penso che andrò a votare. Ci sto riflettendo. Però chi non vota esercita un suo diritto, quello di non votare” (Ignazio La Russa)
“Abbiamo chiesto a Meloni come intenda reperire tra i 10 e i 20 miliardi in armamenti, come lei ha dichiarato. Perché o si taglia ulteriormente la spesa, o si alzano le tasse, o si farà una supercazzola in ambito Nato. Pensare che stiamo per spendere queste risorse, mentre le persone, come rivela Istat, non riesce nemmeno a fare la spesa è vergognoso. E non abbiamo ottenuto alcuna risposta” (Stefano Patuanelli, Movimento 5 Stelle)
“Meloni vuole far credere che l’Italia sia indifesa, ma il suo governo ha già stanziato 73 miliardi di euro per armamenti, tra Eurofighter, portaerei, sommergibili e carri armati. Intanto, ha reso il Paese subalterno agli Usa, rinunciando a un’autonomia energetica in cambio di Gnl e gas. E sulla Palestina? Anche oggi, la donna, la mamma, la cristiana – e presidente del Consiglio – non ha condannato i crimini di Netanyahu. Di fronte a oltre 60.000 morti a Gaza, in gran parte donne e bambini, e all’uso della fame come arma, il suo silenzio è inaccettabile.Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai: le armi portano guerra e povertà, non libertà. Ogni anno nel mondo si spendono 2.500 miliardi di dollari per armarsi, e le guerre aumentano. Questa follia alimenta solo l’industria bellica. Vergogna. Noi diciamo no” (Angelo Bonelli)
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