Martha Argerich: la musica come amore e condivisione universale
La pianista Martha Argerich racconta la sua filosofia: la musica non è mestiere, ma passione vitale e universale, come l’amore.

Roma, 5 settembre 2025 – Figura leggendaria del pianismo mondiale, Martha Argerich ha sempre vissuto la musica come un’esperienza vitale, intima e universale. In una delle sue riflessioni più celebri, la pianista argentina si è chiesta: “A che serve la musica?”, trovando una risposta semplice eppure definitiva: “È come l’amore”. Parole che riassumono la sua carriera e il suo approccio all’arte, vissuta non come mestiere ma come passione assoluta.
Una vita dedicata al pianoforte
Nata a Buenos Aires nel 1941, Martha Argerich ha iniziato a suonare il pianoforte fin da bambina, dimostrando un talento straordinario che l’avrebbe portata giovanissima sui palcoscenici più importanti del mondo. La sua vittoria al Concorso Chopin di Varsavia nel 1965 ne ha consacrato il mito, rendendola una delle interpreti più amate e rispettate del repertorio pianistico classico.
Il suo stile inconfondibile
La forza interpretativa di Argerich è stata definita unica: energia, intensità emotiva e brillantezza tecnica convivono in ogni sua esecuzione. Celebri le sue interpretazioni di Chopin, Prokof’ev, Ravel e Rachmaninov, ma anche la sua apertura verso repertori meno tradizionali. Ogni concerto è stato per lei un atto d’amore verso la musica, un dialogo appassionato con il pubblico e con i compositori.
La visione della musica come amore
Nelle sue interviste, Argerich ha spesso raccontato la musica come un sentimento e non come un semplice linguaggio. La celebre frase “A che serve la musica? È come l’amore” racchiude la sua convinzione che l’arte debba servire a unire, ad abbattere barriere, a creare emozioni condivise. Per la pianista, suonare non significava esibirsi, ma donare una parte di sé, proprio come accade nei rapporti umani più autentici.
L’eredità di un’artista senza tempo
Oltre alla carriera concertistica, Martha Argerich ha contribuito in maniera fondamentale alla formazione di nuove generazioni di musicisti, collaborando con giovani talenti e sostenendo concorsi e festival in tutto il mondo. La sua figura resta un esempio di generosità artistica, capace di trasformare la musica in un ponte tra culture e persone.
Il pensiero di Argerich ci ricorda che la musica non è mai fine a sé stessa: come l’amore, trova senso solo nella condivisione e nella capacità di toccare il cuore degli altri.
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