Nanoparticelle con mRNA per il fegato grasso negli animali e potenziano l’immunoterapia contro i tumori epatici

Dicembre 4, 2025 - 22:00
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Nanoparticelle con mRNA per il fegato grasso negli animali e potenziano l’immunoterapia contro i tumori epatici

Un team di ricerca ha ingegnerizzato nanoparticelle che incapsulano mRNA e che possono trattare la malattia epatica negli animali rimodellando l’ambiente metabolico del fegato. Le nanoparticelle hanno inoltre sensibilizzato i tumori al cancro al fegato nei topi alle immunoterapie consolidate, suggerendo che il nuovo intervento potrebbe trovare uso sia nella cura sia della malattia epatica grassa sia dei tumori epatici associati.

 

 

Un team di ricerca ha ingegnerizzato nanoparticelle che incapsulano mRNA e che possono trattare la malattia epatica negli animali rimodellando l’ambiente metabolico del fegato.

Le nanoparticelle hanno inoltre sensibilizzato i tumori al cancro al fegato nei topi alle immunoterapie consolidate, suggerendo che il nuovo intervento potrebbe trovare uso sia nella cura sia della malattia epatica grassa sia dei tumori epatici associati.

Sebbene il fegato grasso colpisca milioni di persone in tutto il mondo, non esistono ancora trattamenti specifici che possano invertire la condizione.

Inoltre, le terapie di blocco dei punti di controllo immunitario si sono rivelate inefficaci contro i tumori al fegato associati al fegato grasso, con alcuni rapporti che suggeriscono che possano persino ridurre i tempi di sopravvivenza.

Per colmare questa lacuna terapeutica, Xinyang Yu e i suoi colleghi si sono rivolti alle terapie basate su mRNA, che si sono già rivelate una promettente direzione terapeutica per il fegato adiposo.

Ora presentano un nuovo sistema di somministrazione per mRNA epatici basati su nanoparticelle lipidiche (Def-LNP).

Le particelle si basano su un composto chiamato VEPC, derivato dalla vitamina E, e forniscono mRNA che codificano un enzima chiamato TCPTP.

Quando rilasciati dal Def-LNP, gli mRNA riprogrammano la via di segnalazione STAT che guida la malattia nelle cellule epatiche, senza causare lo stress ossidativo associato ai precedenti approcci LNP.

I Def-LNP hanno ridotto la gravità dell’accumulo di grasso nel fegato e corretto il metabolismo degli organi nei topi, colpendo con successo il fegato nei maiali e nei primati non umani.

Inoltre, le LNP hanno rallentato l’emergere del cancro al fegato in un modello murino di fegato adiposo e aumentato l’efficacia dell’immunoterapia anti-PD-1 contro i tumori.

Sono necessarie ulteriori indagini per testare la sicurezza e l’efficacia della combinazione dei loro Def-LNP con immunoterapia in pazienti con malattia avanzata o presentazione eterogenea.

 

 

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Redazione Redazione Eventi e News