Nuova tecnologia MIT: acqua dallaria senza alte temperature
Un gruppo di ricercatori del MIT ha presentato un dispositivo in grado di recuperare acqua dall’aria molto più rapidamente rispetto ai sistemi oggi in uso, introducendo un approccio acustico che promette di accelerare in modo significativo la produzione di acqua potabile in contesti dove le risorse idriche sono scarse. L’idea nasce dall’esigenza di superare i limiti delle tecnologie che si basano su materiali altamente assorbenti, capaci di trattenere l’umidità ma poco inclini a rilasciarla senza un notevole apporto di energia termica.
Negli attuali sistemi di atmospheric water harvesting, infatti, la fase più lenta è proprio quella in cui il materiale impregnato di acqua deve essere riscaldato per far evaporare l’umidità intrappolata. Un’operazione che richiede molte ore e dipende fortemente dalle condizioni ambientali. La squadra del MIT ha scelto invece di agire direttamente sui legami che trattengono le molecole, sostituendo il calore con vibrazioni ad alta frequenza.
La nuova tecnologia si basa su un attuatore a ultrasuoni composto da un anello ceramico piatto. Quando viene applicata una tensione elettrica, l’anello vibra producendo onde sonore superiori a 20.000 hertz, cioè al di sopra della soglia udibile per l’essere umano. A queste frequenze, la struttura molecolare dell’acqua subisce una perturbazione sufficiente a rompere i legami deboli che la tengono ancorata al sorbente. Il risultato è una sorta di “scuotimento mirato”: piccole goccioline si liberano dalla superficie del materiale e vengono convogliate attraverso una serie di minuscole aperture verso recipienti di raccolta.
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