Piano casa da 39 miliardi: la svolta di Rachel Reeves

Giugno 11, 2025 - 13:30
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Piano casa da 39 miliardi: la svolta di Rachel Reeves

Nel cuore della crisi abitativa britannica, il governo laburista guidato da Starmer si prepara a introdurre una manovra senza precedenti: un piano da 39 miliardi di sterline per affrontare l’emergenza casa e rilanciare l’economia. Una scelta che rompe con anni di austerità e che promette di rivoluzionare il volto urbano del Regno Unito.

Un investimento epocale per risolvere la crisi abitativa

La cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves, figura chiave del governo Starmer, ha annunciato che la prossima revisione della spesa pubblica includerà un pacchetto da 39 miliardi di sterline interamente dedicato al settore abitativo.

Questo fondo sarà destinato principalmente alla costruzione di 1,5 milioni di nuove abitazioni, con priorità agli alloggi sociali e accessibili. L’iniziativa non si limita a un intervento edilizio: mira a ricostruire il tessuto economico e sociale delle città britanniche, fornendo una risposta concreta a una crisi che da anni mette sotto pressione famiglie, giovani e lavoratori.

Secondo l’analisi del The Guardian (fonte), la strategia della Reeves punta a generare posti di lavoro qualificati, stimolare il mercato interno e dare fiducia a un’economia ancora provata dall’inflazione post-pandemia e dal rallentamento degli investimenti privati.

Perché il Regno Unito ha bisogno di un piano casa

Negli ultimi dieci anni, il Regno Unito ha assistito a un grave declino dell’offerta abitativa pubblica, frutto di privatizzazioni e mancati investimenti strutturali. L’accesso alla casa è diventato sempre più difficile, in particolare per giovani coppie e famiglie a basso reddito. Oggi, oltre 1,2 milioni di famiglie sono in lista d’attesa per un alloggio sociale.

Allo stesso tempo, i prezzi delle abitazioni hanno raggiunto livelli record: il costo medio di una casa a Londra supera le £500.000, mentre gli affitti continuano a crescere a ritmi superiori all’inflazione. Una dinamica che ha portato a una vera e propria crisi della classe media, incapace di comprare casa né di affittare a lungo termine.

A questo si aggiunge il problema della qualità abitativa: molte abitazioni costruite negli anni ’60 e ’70 non sono più conformi agli standard energetici o di sicurezza odierni. Secondo dati della National Housing Federation, oltre il 20% degli alloggi sociali presenta carenze strutturali o impianti obsoleti.

Come verranno usati i fondi del piano Reeves

La cancelliera ha dichiarato che i 39 miliardi non saranno presi interamente a debito, ma finanziati in gran parte attraverso una riallocazione dei budget esistenti, in particolare nei dipartimenti dell’ambiente, dei trasporti e delle comunità locali.

Il piano prevede una triplice strategia:

  • Acquisizione e rigenerazione di aree urbane dismesse, specialmente nel nord dell’Inghilterra.

  • Costruzione di nuovi complessi abitativi ad alta efficienza energetica.

  • Rafforzamento del potere delle autorità locali nel gestire i progetti edilizi, accorciando la burocrazia.

Inoltre, sarà data priorità alle piccole e medie imprese edili locali, favorendo un modello di economia circolare e sostenibile. Una parte consistente dei fondi sarà investita in formazione professionale per lavoratori edili, con l’obiettivo di creare almeno 300.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.

La svolta rispetto alle politiche precedenti

Il piano Reeves segna un netto distacco rispetto alle politiche economiche dei governi conservatori precedenti, incentrate su tagli e contenimento della spesa. Per anni, l’approccio dominante è stato quello dell’austerity, che ha ridotto drasticamente la capacità d’intervento dello Stato nel settore immobiliare.

Con questa manovra, il governo laburista rilancia invece una visione keynesiana, secondo cui lo Stato deve intervenire direttamente nei momenti di crisi per stimolare domanda, crescita e occupazione.

Secondo The Resolution Foundation, think tank specializzato in economia sociale, un piano simile potrebbe aumentare il PIL del Regno Unito dello 0,5% annuo e ridurre sensibilmente le disuguaglianze territoriali, in particolare tra Londra e il resto del Paese.

Le critiche e i rischi del piano

Non mancano tuttavia le critiche. Alcuni economisti, tra cui rappresentanti del Institute for Fiscal Studies, temono che un intervento così massiccio possa mettere a rischio l’equilibrio del debito pubblico, soprattutto se gli investimenti non produrranno ritorni rapidi.

Anche la Banca d’Inghilterra ha espresso preoccupazioni circa la compatibilità tra la politica fiscale espansiva e l’attuale politica monetaria restrittiva, che punta a contenere l’inflazione ancora sopra il 3%.

Da destra, si teme invece che un ritorno alla centralità dello Stato possa scoraggiare gli investitori privati e danneggiare il mercato libero. Il rischio politico è quindi quello di creare un nuovo dualismo tra settore pubblico e privato, che potrebbe frenare la crescita invece che accelerarla.

Le ripercussioni su Londra e le grandi città

A Londra, la carenza di alloggi a prezzi accessibili ha raggiunto livelli critici. Secondo dati del Greater London Authority, nel 2024 sono stati completati solo 6.000 alloggi sociali su un fabbisogno stimato di 20.000.

Il piano Reeves prevede un incremento significativo degli investimenti proprio nelle aree metropolitane ad alta densità. In particolare, si parla di nuovi insediamenti nella cintura verde, accompagnati da investimenti in trasporti e infrastrutture sostenibili per evitare la congestione urbana.

Londra potrebbe beneficiare anche di un aumento dell’offerta privata, grazie alla pressione che il nuovo housing sociale eserciterà sul mercato. L’obiettivo implicito è raffreddare i prezzi attraverso una maggiore concorrenza, ma anche ridurre la dipendenza dal settore degli affitti turistici e brevi.

Una sfida per ridefinire il futuro urbano britannico

La manovra non è solo economica, ma anche simbolica: rappresenta un cambio di paradigma nella gestione urbana del Regno Unito. Investire nella casa significa investire nel benessere, nella stabilità e nella produttività del cittadino.

L’esperienza di paesi come la Germania e i Paesi Bassi dimostra che politiche abitative pubbliche solide e di lungo termine possono migliorare la coesione sociale, ridurre la povertà e stimolare l’innovazione urbana.

Il successo del piano Reeves dipenderà dalla sua implementazione concreta, dalla capacità del governo di dialogare con autorità locali, costruttori e cittadini. Sarà un banco di prova fondamentale per il Labour, ma anche per l’intero Paese.


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