Ritardi, rimborsi e una nuova app: Atac prova a ripartire, ma restano le incognite

Lug 18, 2025 - 17:00
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Ritardi, rimborsi e una nuova app: Atac prova a ripartire, ma restano le incognite

lentepubblica.it

Atac promette rimborsi agli abbonati annuali in caso di ritardi oltre i 20 minuti: tuttavia con l’aumento delle tariffe ai turisti e il fiato sul collo dell’Antitrust il futuro del trasporto romano sembrerebbe restare “in salita”.


Una rivoluzione digitale e, almeno sulla carta, anche un cambio di passo nei confronti degli utenti. Scopriamo quali sono le nuove iniziative dell’azienda capitolina dei trasporti ma anche quali sono gli interrogativi ancora aperti.

Ritardi, rimborsi e una nuova app: Atac prova a ripartire

A partire dall’anno in corso, chi possiede un abbonamento annuale Atac potrà ottenere un rimborso se subisce un ritardo superiore ai 20 minuti dovuto direttamente a disservizi dell’azienda. Un provvedimento che esclude eventi esterni come traffico, scioperi o condizioni meteo estreme, ma che vuole segnare un punto a favore della trasparenza e della responsabilità. Il tutto attraverso “Unica”, la nuova app dell’azienda capitolina, attiva da questo autunno, che si candida a diventare il centro nevralgico della mobilità urbana.

La app sarà molto più di un semplice strumento per acquistare biglietti. Pensata per integrare ogni modalità di trasporto cittadino – dal bus alla metro, dal car sharing ai monopattini – “Unica” permetterà di pianificare percorsi, caricare biglietti virtuali e ricevere rimborsi in caso di ritardi eccessivi. Il sistema sarà operativo solo per chi utilizza l’app, che fungerà anche da portafoglio digitale per la gestione delle corse.

Restano le incognite

Una svolta? Forse. Ma anche un’operazione dal doppio volto. Da un lato, sembra il classico incentivo al digitale, condito di buoni propositi e promesse di efficienza. Dall’altro, c’è chi intravede un rischio concreto: se davvero ogni utente penalizzato ricevesse il rimborso promesso, Atac potrebbe trovarsi a pagare un conto salatissimo.

Viste le performance attuali – corse saltate, autobus eternamente in ritardo, ascensori e scale mobili spesso fuori uso – il pericolo è che l’eccezione diventi la norma. E che la buona intenzione si trasformi in un problema finanziario.

I recenti rilievi dell’Antitrust

Non è un caso che tutto ciò arrivi dopo le bacchettate ricevute dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Lo scorso febbraio l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Atac per possibile pratica commerciale scorretta, relativa al triennio 2021-2023. Secondo l’Autorità, l’azienda non avrebbe rispettato gli standard previsti nel contratto di servizio con il Comune di Roma, né quelli indicati nella Carta della Qualità dei Servizi.

I rilievi toccano numerosi ambiti: dalla puntualità del trasporto su gomma e metropolitana, alla sicurezza nelle stazioni, fino al funzionamento di scale mobili, ascensori e sistemi di illuminazione. Elementi fondamentali che, secondo l’Antitrust, sarebbero stati sistematicamente trascurati. E non solo: Atac non avrebbe preso misure per rimediare alle carenze, né avrebbe riconosciuto compensazioni economiche ai passeggeri per i disagi subiti.

A confermare la gravità della situazione, una recente ispezione condotta nella sede dell’azienda dai funzionari dell’Antitrust, affiancati dal Nucleo Speciale della Guardia di Finanza. Un blitz che non promette nulla di buono, né per l’immagine dell’azienda né per la fiducia dei cittadini romani.

Nel frattempo aumentano le tariffe

Come se non bastasse dal 1° luglio 2025 sono scattati gli aumenti per alcuni biglietti del trasporto pubblico romano, gestito da ATAC, nell’ambito del sistema Metrebus Roma e Lazio. La manovra tariffaria non tocca il biglietto singolo BIT, che resta invariato a 1,50 euro, così come gli abbonamenti mensili e annuali. A subire rincari sono invece i titoli turistici e alcuni biglietti integrati regionali.

In particolare, il biglietto “Roma 24 ore” passa da 7 a 8,50 euro, il “Roma 48 ore” sale da 12,50 a 15 euro, mentre il “Roma 72 ore” aumenta da 18 a 22 euro. Anche la carta settimanale integrata CIS registra un incremento, salendo da 24 a 29 euro.

Aumenti sono previsti anche per i titoli validi nel territorio regionale, come il BIRG (biglietto integrato giornaliero), che varia da un minimo di 3,30 a un massimo di 16,50 euro a seconda delle zone, contro i precedenti 3,30-14 euro. Il BTR, biglietto turistico valido tre giorni, passa da una forbice di 8,90-39,20 euro a una di 10,80-46,50 euro. La carta settimanale CIRS, infine, aumenta da un minimo di 13,50 a 16,50 euro e da un massimo di 61,50 a 70 euro.

I titoli acquistati prima del 1° luglio potranno essere utilizzati fino al 31 ottobre 2025. Dal 1° novembre al 31 dicembre sarà possibile sostituire fino a un massimo di dieci biglietti cartacei non utilizzati, compilando l’apposito modulo online sulla piattaforma myAtac e pagando l’eventuale differenza in biglietteria. I titoli digitali, invece, non potranno essere cambiati.

Scenari futuri

In questo contesto, le novità digitali e i rimborsi promessi sembrano quasi un tentativo di rifarsi il trucco. Una manovra che strizza l’occhio agli utenti più digitalizzati, ma che rischia di scontrarsi con la dura realtà del servizio quotidiano. Perché se gli autobus continuano a non arrivare, o lo fanno in ritardo cronico, il problema non è quanto ti rimborsano, ma quando (e se) arrivi a destinazione.

Una promessa di efficienza, insomma, che – tra aumento dei biglietti e multe in arrivo – potrebbe trasformarsi in un boomerang. E se davvero Atac iniziasse a pagare ogni corsa in ritardo, più che una rivoluzione digitale, potremmo trovarci di fronte a una crisi annunciata.

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