Rossini (Clerici Tessuto): “Nel primo semestre ritorno alla marginalità”

Clerici Tessuto conferma la propria presenza a Milano Unica, portando alla sua edizione numero 41 – al via oggi e in corso fino a giovedì 10 luglio – la sua proposta autunno/inverno 2026-2027. A fare da sfondo, per l’azienda tessile comasca rivolta ai player dell’alto di gamma, un primo semestre “modesto dal punto di vista dei ricavi ma soddisfacente sul fronte della marginalità”, ha raccontato a Pambianconews Matteo Rossini, recentemente nominato amministratore delegato.
La prima metà d’anno del player si è chiusa in linea con le previsioni, con un ebitda che “torna in territorio positivo, dopo un 2024 in cui era stato flat”. Al centro del piano strategico di crescita di Clerici Tessuto, infatti, c’è proprio la marginalità, sottolinea Rossini: “Nei nostri progetti di sviluppo articolati in tre anni la redditività ha un ruolo chiave, nell’ottica di un nuovo modello di crescita che sia sostenibile e in linea con il nostro ruolo di riferimento all’interno del panorama del lusso”.
Se sul versante dei ricavi le attese sono per un 2025 “di mantenimento”, rispetto a un 2024 che si era attestato a 45 milioni di euro, l’ebitda è stimato in un intervallo tra un milione e un milione e mezzo nel fiscal year. E per il 2026, le stime arrivano a quota 2 milioni di euro, in virtù di “alcuni aggiustamenti messi in atto in precedenza ma che vedranno la luce il prossimo anno, come le operazioni di efficientamento a livello organizzativo e produttivo”. A tal fine è stato definito, infatti, un piano di esuberi che prevede un mix di prepensionamenti e uscite volontarie, finalizzato a ridurre l’organico dalle attuali 230 persone a un numero inferiore a 200.
Nel corso del semestre, Clerici Tessuto ha inoltre finalizzato un’operazione di rinegoziazione del debito con i principali istituti bancari. Sebbene l’esposizione non fosse particolarmente elevata rispetto alla buona patrimonializzazione della società, l’azienda ha comunque scelto di riscadenzare il rimborso del debito attraverso accordi di rateizzazione, dato che in origine le scadenze erano per la maggior parte nell’anno in corso.
In generale, ha raccontato ancora Rossini, “abbiamo implementato un piano conservativo perché in questo momento lo scenario macroeconomico e di settore impone maggiore cautela e senso della misura”. Aggiungendo: “Per questo più che sui volumi puntiamo sui margini, e su un’organizzazione che viene ridimensionato in termini numerici ma molto sviluppato in termini di servizio cliente. L’obiettivo è offrire un modello di business che unisca la flessibilità ai servizi che offre un converter con un’organizzazione propria di produzione interna”.
Un ibrido che combina il meglio di entrambe le prospettive: “Se il converter ha la flessibilità di poter andare dove vuole, come vuole, a farsi fare le cose, nel contempo non ha gli strumenti per farle internamente. Un’azienda manifatturiera, come siamo noi, può essere molto vincolata al fatto di avere una sua tessitura interna. Noi stiamo facendo diventare quella tessitura interna non un peso ma una grande opportunità”. Clerici Tessuto si propone come produttore a tutto tondo, dunque, attraverso l’internalizzazione di attività precedentemente esternalizzate, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il proprio controllo diretto sulla filiera, anche in prospettiva delle più stringenti normative ambientali.
Intanto, prosegue anche il lavoro di digitalizzazione dell’archivio dell’azienda, attraverso l’intelligenza artificiale, “con l’obiettivo di rendere più fruibile un patrimonio tra i più prestigiosi del tessile”. E riguardo alla presenza a Milano Unica, commenta: “È ancora importante per noi essere presenti, ma lo sarebbe anche ripensare il contenitore fieristico in modo che sia più strategico e funzionale per aziende e clienti”.
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