Russia. Esercitazioni navali su tre fronti: coinvolte 150 navi

Lug 26, 2025 - 15:30
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Russia. Esercitazioni navali su tre fronti: coinvolte 150 navi

di Giuseppe Gagliano –

Esercitazioni navali su tre fronti, dal Pacifico al Mar Baltico, passando per le acque gelide dell’Artico: la Marina russa ha lanciato l’operazione “Tempesta di Luglio”, un’esercitazione navale su larga scala che coinvolge più di 150 navi, 15mila militari e 120 velivoli. A guidarla è l’ammiraglio Alexander Moiseev, comandante in capo della flotta, mentre il Ministero della Difesa sottolinea l’impiego di sistemi a lungo raggio, tecnologie avanzate e capacità operative in scenari non convenzionali.
Secondo Mosca, si tratta di operazioni difensive e di routine. Ma nella realtà, il messaggio è chiaro: la Russia vuole dimostrare di poter mantenere una presenza militare costante e credibile in tutti i teatri marittimi strategici. In particolare, il Baltico e il Pacifico rappresentano due assi di proiezione complementari: il primo minaccia direttamente i confini orientali della NATO, il secondo segnala un ritorno di Mosca nel Grande Gioco indo-pacifico.
L’ombra della NATO e la guerra in Ucraina Le manovre avvengono in un momento in cui la Marina russa ha subito perdite significative nel conflitto ucraino, in particolare nel Mar Nero. Ma invece di ritirarsi, il Cremlino rilancia: mostra al mondo che la sua capacità operativa non è annientata, bensì redistribuita. Non è un caso che una parte delle esercitazioni simuli attacchi da parte di droni, natanti senza pilota e missili da crociera, proprio i vettori con cui l’Ucraina ha danneggiato la flotta russa a Sebastopoli.
Nel Mare del Nord un sottomarino russo classe Kilo è stato recentemente intercettato in superficie mentre attraversava il Canale della Manica. Una manovra atipica, più politica che militare, che ha fatto scattare l’allerta nella Royal Navy. Il messaggio è lampante: la Russia è ancora in grado di colpire, o farsi notare, anche nel cuore dell’Atlantico.
La Bielorussia riallinea la postura militare Quasi in parallelo con l’avvio delle esercitazioni navali, la Bielorussia annuncia la possibilità di rivedere la decisione di tenere le esercitazioni congiunte Zapad-2025 lontane dal confine occidentale. L’iniziativa, inizialmente pensata per ridurre le tensioni con Polonia e Lituania, è ora riconsiderata dal vice ministro della Difesa Pavel Muraveika come risposta all’“aggressività della NATO”.
La presenza della brigata “Lupo di Ferro” lituana a Pabrade e le esercitazioni polacche nella Foresta di Białowieża sono percepite da Minsk come una provocazione. In questo scenario, Zapad-2025 non è solo un’esercitazione, ma anche un banco di prova della lealtà strategica tra Minsk e Mosca, e una cartina tornasole dei nervi tesi lungo il confine orientale dell’Alleanza Atlantica.
La Bulgaria rafforza il fronte sud-orientale della NATO Nel frattempo, Washington annuncia la possibile vendita alla Bulgaria di un sistema NSM (Naval Strike Missile Coastal Defense System), valutato 620 milioni di dollari. L’obiettivo è rafforzare le difese costiere lungo il Mar Nero e facilitare l’integrazione delle capacità bulgare con quelle dell’Alleanza. Non si tratta di una semplice fornitura tecnica, ma di una scelta strategica: Varna e Burgas sono porti essenziali per i flussi energetici e militari, e Mosca lo sa bene.
Gli NSM consentono l’esecuzione di attacchi sincronizzati time-on-target, un dettaglio che evidenzia la volontà degli USA di rafforzare le capacità di deterrenza in un’area sempre più esposta a scenari di guerra ibrida: guerra elettronica, mine, sabotaggi, operazioni sotto falsa bandiera. In questo contesto, la Bulgaria diventa una cerniera fondamentale per l’intera architettura difensiva della NATO in Europa sud-orientale.
La corsa agli armamenti navali non si arresta La Russia, dal canto suo, ha varato la prima delle nuove navi d’assalto anfibio del Progetto 11711M “Kaiman”. Sebbene secondo fonti ucraine si tratti di un gesto più simbolico che operativo, resta il fatto che Mosca sta tentando di colmare le lacune lasciate dalla guerra. L’Artico, il Pacifico e il Baltico diventano così teatri di un nuovo confronto multilivello che va ben oltre l’Ucraina. Una competizione per il controllo delle rotte marittime, delle risorse e del prestigio strategico.
Conclusione: un equilibrio instabile La simultaneità di questi eventi, esercitazioni russe su tre fronti, tensioni ai confini bielorussi, rafforzamento del fianco NATO, delinea un quadro di crescente instabilità. L’Atlantico, il Baltico e il Mar Nero si trasformano in spazi contesi dove la deterrenza non è più solo un concetto teorico, ma una pratica quotidiana fatta di movimenti, simulazioni, posture e sistemi d’arma in continua evoluzione.
La nuova guerra fredda del XXI secolo non si gioca soltanto nello spazio aereo o nelle trincee digitali, ma sempre più spesso nel riflesso dell’acciaio sul mare. E, come in ogni scacchiera navale, la mossa più silenziosa è spesso la più letale.

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Redazione Redazione Eventi e News