Sahara Marocchino: El Medraoui, ‘E’ una causa del popolo, non solo dello Stato’

di Enrico Oliari –
Sempre più paesi riconoscono il piano del Marocco per il Sahara come l’unica soluzione praticabile: autonomia, pace e sviluppo nel quadro nazionale del Regno. Tuttavia la questione resta aperta soprattutto per gli interessi della confinante Algeria, per cui vengono ad essere prioritari l’impegno e l’opera di sensibilizzazione del mondo associativo. Ne parliamo con Hicham El Medraoui, presidente dell’Associazione Sahara, il quale ha confermato che “difendiamo la causa: il Marocco vince la battaglia del Sahara con la legittimità e lo sviluppo”
– Come vede gli sviluppi della questione del Sahara marocchino negli ultimi mesi?
“La questione del Sahara marocchino sta vivendo oggi una dinamica strategica importante che riflette la maturità e l’efficacia della diplomazia marocchina sotto la guida di re Mohammed VI. Il mondo si sta orientando verso il sostegno alla visione del Marocco e alla proposta di autonomia come soluzione seria e realistica. Esiste quasi un consenso internazionale sul fatto che l’integrità territoriale del Regno non sia negoziabile. Il Marocco non si limita più a reagire, ma prende l’iniziativa e si impegna sul campo a difendere i suoi diritti legittimi.
– Quali sono le principali vittorie diplomatiche ottenute di recente dal Marocco?
“Sono molte: diversi Paesi hanno aperto consolati generali a Laayoune e Dakhla, il che rappresenta un riconoscimento concreto della marocanità del Sahara. Gli Stati Uniti mantengono una posizione chiara a sostegno della sovranità del Marocco sui suoi territori del sud, considerando l’autonomia come l’unica soluzione realistica al conflitto artificiale sul Sahara. Ci sono stati cambiamenti profondi nelle posizioni di Paesi come Germania, Spagna, Portogallo e Regno Unito, che vedono ora l’autonomia come l’unica via possibile. Inoltre è diminuito il numero di Paesi che riconoscono la cosiddetta “Rasd”, la sedicente Repubblica Araba Democratica Saharawi, in realtà un fantoccio, mentre cresce il sostegno internazionale all’approccio marocchino, orientato allo sviluppo. Il dato più importante è tuttavia che il Marocco rafforza la sua legittimità sul terreno attraverso grandi progetti infrastrutturali, energetici, educativi ed economici”.
– L’Algeria però si mette di traverso, e sostiene la “Rasd” e il Fronte Polisario. Ritiene che ciò rappresenti una minaccia ai progressi del Marocco?
“Il regime algerino vive un crescente isolamento internazionale. Invece di concentrarsi sui suoi problemi interni, insiste nell’investire nell’ostilità contro il Marocco e nel sostegno a un’entità separatista priva di legittimità e futuro.
Il popolo algerino fratello è diventato ostaggio di un regime militare malato, che disinforma l’opinione pubblica alimentandola con illusioni superate. Il Marocco invece agisce con saggezza e distingue tra il popolo algerino e il regime. Accogliamo sempre con gioia i fratelli algerini, e li invito a visitare il Regno del Marocco per constatare con i propri occhi l’entità del progresso e distinguere tra il discorso d’odio e la realtà sul campo”.
– Ci sono altre entità che cercano di destabilizzare il Marocco in questa questione?
“Sì, esistono gruppi limitati di attivisti stranieri di varie nazionalità che cercano di compiere visite provocatorie nelle regioni del sud con l’obiettivo di creare confusione. Ma si tratta di delegazioni prezzolate che servono agende ostili al Marocco. Il Regno, nel pieno esercizio della sua sovranità e nel rispetto del diritto internazionale, affronta tali manovre con fermezza. Questi comportamenti non ingannano più nessuno e danneggiano più i loro autori che il Marocco”.
– Qual è il ruolo dell’Associazione Sahara in questa battaglia nazionale?
“L’Associazione Sahara lavora sul campo e su tutti i fronti, in collaborazione con attori nazionali e internazionali, per contrastare le cospirazioni contro l’integrità territoriale del Marocco. Ci concentriamo sulla formazione, il patrocinio civile e la diplomazia parallela, con una forte presenza nei forum internazionali. Abbiamo relazioni eccellenti con la società civile di vari Paesi, in particolare con l’Italia, con la quale cerchiamo di rafforzare i legami. Auspichiamo che queste relazioni si concretizzino con l’apertura di un consolato italiano a Laayoune o a Dakhla, come segno del partenariato speciale italo-marocchino, da sempre basato sul rispetto e sulla cooperazione”.
– Lei è anche un giornalista, oltre che presidente dell’associazione. Come riesce a conciliare il ruolo mediatico con quello associativo?
“Il giornalismo e il patrocinio civile sono due facce della stessa medaglia, soprattutto in questa causa. In effetti, in qualità di giornalista e presidente dell’Associazione Sahara, mi considero tra i principali attori civili che si battono con forza per la marocchinità del Sahara, sia all’interno che all’esterno del Paese.
Credo che la causa abbia bisogno di una voce nazionale sincera e di un impegno fondato su basi giuridiche, scientifiche e concrete, non su discorsi emotivi o propagandistici”.
– Un impegno continuo, quindi…
“La questione del Sahara è una causa del popolo, non solo dello Stato. Il Marocco continua con determinazione a rafforzare la sua sovranità e a promuovere lo sviluppo delle sue province meridionali. Il Sahara è marocchino, da Tangeri a Lagouira, e la storia e i fatti lo confermano. La sfida oggi è continuare a lavorare, a intensificare la difesa civile e a convincere il mondo non solo della giustezza della nostra causa, ma anche dell’efficacia del nostro modello”.
Qual è la tua reazione?






