Se pensavate di aver visto tutto con le eccentricità di Balenciaga, allora non avete ancora visto le flip flop di ERL

Che la moda abbia ormai superato la soglia del funzionale non è una novità. Lo si sapeva già da un po’, e Balenciaga in questo è stato il caso più evidente, tra buste della spazzatura a tracolla e sneakers trasformate in relitti post-apocalittici.
Eppure, quando sembrava che l’estetica dell’assurdo avesse già detto tutto, ERL si è presentato con qualcosa che sposta ancora più in là il limite. Le flip flop, simbolo dell’estate leggera e senza pretese, diventano improvvisamente un oggetto totemico. Quasi caricaturale. Altissime, teatrali, volutamente scomode. Non sembrano nate per essere indossate, ma guardate. E giudicate.
Eli Russell Linnetz non è il tipo da fare le cose a metà. Basta dare un’occhiata al suo percorso per capire che il suo approccio alla moda non è mai solo stilistico. È narrativo, provocatorio, profondamente visivo. Dalla regia ai red carpet, dal memory quilting al menswear di Dior, ogni sua uscita è pensata per lasciare un’impressione chiara, forte, personale. E le sue “Huge Flip Flop” vanno lette dentro questo codice. Non sono calzature nel senso classico. Ma cerchiamo di capire.
Le Huge Flip Flop di ERL: 20 cm di provocazione fashion
Siamo nell’era in cui la moda ha smesso di fare vestiti e ha iniziato a costruire discorsi. Non più solo abiti da indossare, ma oggetti da fotografare, concetti da interpretare. Le Huge Flip Flop di ERL si inseriscono esattamente in questa dinamica. Sono alte venti centimetri, realizzate in materiali che ricordano le classiche infradito da spiaggia, ma portate all’estremo.
Camminarci è quasi impossibile, usarle come calzature lo è ancora di più. Ma la loro funzione non è quella. Sono un pezzo di racconto. Il prezzo, 1.600 euro, è parte integrante dell’effetto. Serve a spostare il focus. Non paghi per camminare, paghi per possedere un simbolo.
Il confine tra accessorio e opera è sottile, e Linnetz lo attraversa con disinvoltura. In questo senso, le sue flip flop sono vicine alle provocazioni di Balenciaga. Ma mentre Demna gioca con il trash per esprimere un certo disagio sociale, ERL lo fa con un’ironia più surreale. Le sue scarpe non parlano solo di moda, parlano di come guardiamo la moda. Di quanto siamo disposti a tollerare, a pagare, a seguire pur di sentirci parte del discorso. E forse anche di quanto siamo pronti a ridere di noi stessi, se ci riconosciamo in oggetti così eccessivi.
Il paragone con Balenciaga viene naturale, ma l’approccio è diverso. ERL è più giovane, più fluido, meno legato a una visione totalizzante. Linnetz arriva da altri mondi, e si vede. Il suo modo di costruire immaginari è cinematografico, visivo, pop. Le sue collaborazioni – da A$AP Rocky a Lady Gaga – raccontano un’estetica contaminata, dove lo streetwear incontra l’arte, dove le citazioni si mescolano ai sogni di provincia americana. Le flip flop giganti sono solo l’ultimo episodio di una narrazione più ampia, che parla di eccesso ma anche di malinconia, di surf, di idoli anni ’90, di un’estate che non finisce mai ma che cambia continuamente forma.
E se tutto questo sembra solo un esercizio di stile, basta guardare anche il secondo modello proposto: le “Big Flip Flop”, più basse (si fa per dire, 12 cm) e con un prezzo di circa 470 euro. Anche qui il senso non è la comodità, ma la dimensione iconica. Sono scarpe che si usano poco ma si notano molto. Fanno da scenografia a un modo di vestire che si è staccato dalla funzione per inseguire la presenza. Come se ormai il vero obiettivo non fosse più uscire, ma essere taggati.
Alla fine, che ci si creda o no, le flip flop di ERL centrano l’obiettivo. Si parla di loro, si condividono, si commentano. In un sistema moda dove tutto è già stato fatto, l’unico modo per emergere è esagerare. E in questo Linnetz è maestro. Non chiede di essere preso sul serio. Chiede solo attenzione. Poi, se qualcuno decide davvero di indossarle per andare a prendere il caffè, tanto meglio.
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