Svolta nel distretto del pronto moda toscano: 100 operai regolarizzati
Nel cuore del distretto del pronto moda di Prato, uno dei più grandi d’Europa con oltre 5mila imprese, arriva una svolta storica. Ventiquattro aziende a conduzione cinese hanno firmato nuovi accordi sindacali con il sindacato autonomo Sudd Cobas, riconoscendo ai lavoratori pakistani impiegati nei reparti produttivi – stirerie, confezioni, stamperie – i diritti previsti dal contratto nazionale dell’artigianato. Secondo quanto riportato dalla redazione fiorentina del Corriere della Sera, sarebbero almeno un centinaio gli operai regolarizzati, con tutele estese anche a malattia e bonus accessori.
Il traguardo, celebrato simbolicamente il 2 giugno con una manifestazione spontanea nelle strade del Macrolotto 1, è frutto di un lungo ciclo di mobilitazioni: 28 scioperi e oltre 72 ore di astensione dal lavoro, culminati in un “Macroblocco Day” (in riferimento diretto alla zona industriale di Prato) che ha spinto decine di imprese a sottoscrivere gli accordi. “Scioperiamo di domenica e nelle feste perché qui si lavora anche in queste occasioni, 12 ore come tutti gli altri giorni”, ha dichiarato al quotidiano Sarah Caudiero, una delle leader del sindacato autonomo.
Il movimento ha radici profonde: da anni il sindacato denuncia condizioni di sfruttamento sistemico in molte aziende del distretto, spesso estranee alle dinamiche tradizionali della contrattazione collettiva. Il cambiamento in atto arriva dopo una lunga fase di isolamento istituzionale, ora superata. Da un lato, la Procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, ha dato ragione ai lavoratori pakistani in diverse cause di lavoro e ha ricostruito episodi di violenza subiti dai sindacalisti. Dall’altro, l’amministrazione comunale, con il Pd locale guidato da Marco Biagioni, ha espresso un appoggio pubblico alla causa. A testimoniarlo, la partecipazione della sindaca Ilaria Bugetti alle manifestazioni accanto a Sudd Cobas.
“È un giorno storico”, commentano i sindacalisti. E lo è anche per l’intero ecosistema produttivo pratese, dove le dinamiche della fast fashion si sono spesso intrecciate con una gestione opaca del lavoro. La sfida ora è estendere la sindacalizzazione anche ai lavoratori cinesi impiegati nelle stesse filiere. “Non si tratta di una questione di nazionalità ed etnie, ma solo di padroni sfruttatori e operai sfruttati”, è la posizione rivendicata da Sudd Cobas.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




