Syr Darya, un accordo sul controllo dell’acqua
Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan hanno firmato un accordo trilaterale per l’allocazione delle acque del bacino di Bahri Tochik in Tagikistan durante la stagione del raccolto, fino ad agosto. Nella divisione delle risorse del lago, che si trova lungo il percorso del Syr Darya, uno dei due più importanti fiumi della regione, al Kazakistan sono state assegnati quattrocento novantuno milioni di metri cubi di acqua per l’irrigazione agricola, si apprende dalla testata Kazinform. L’accordo, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, mostra come i Paesi della regione – Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan – abbiano iniziato ad affrontare il tema della gestione delle risorse idriche, spesso con accordi bilaterali. L’acqua in Asia Centrale sta diventando un bene sempre più scarso. Complice il cambiamento climatico e la gestione sconsiderata del periodo sovietico, durante il quale furono costruiti canali per l’irrigazione di campi di cotone che raggiungevano località a decine di chilometri di distanza dai corsi dei fiumi, i due fiumi principali della regione l’Amu Darya e appunto il Syr Darya, si sono prosciugati nei loro tratti finali finendo per far scomparire il Lago d’Aral.

Accordo da raggiungere
I mesi estivi sono i più complicati da affrontare: la siccità colpisce in maniera sempre più forte e in maniera sempre più diffusa. L’accordo tra i tre Paesi ha delle ripercussioni positive non solo per l’agricoltura, ma anche per le politiche energetiche delle singole nazioni e in generale per la gestione comune delle risorse idriche. In passato infatti non sono mancati episodi di tensione sfociati in veri e propri conflitti per il controllo di corsi d’acqua e di laghi. Il Paese dei cinque rimasto più coinvolto in questo tipo di situazioni conflittuali è il Kirghizistan, che. Nel 2014 ci furono degli scontri al confine con Tagikistan; nel 2021 si arrivò a un breve conflitto armato e la crisi continuò l’anno successivo, quando ci furono un centinaio di morti. La situazione attorno alle risorse idriche si è placata quando nel dicembre dello scorso anno è stato raggiunto un accordo sulla delimitazione dei confini, e quindi anche sull’accesso alle risorse idriche, intesa seguita da un altro accordo che ha coinvolto anche l’Uzbekistan, esteso anche alle questioni energetiche legate all’utilizzo dell’acqua. L’Amu Darya è stato al centro anche degli accordi firmati nel 2021 e nel 2022 tra Uzbekistan e Turkmenistan. In base all’accordo del 2022, ogni decisione che potrebbe influire sul corso del fiume, comprese le infrastrutture idroelettriche, deve essere prima valutata in maniera indipendente dai due Stati.
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