Tu scrivi, Spotify suona: arrivano le playlist create dai prompt

Spotify sperimenta una nuova funzione per ridefinire il rapporto tra algoritmo e ascoltatori. Il test, avviato in un solo paese, introduce un approccio diverso alla creazione delle playlist, basato su comandi in linguaggio naturale.

La novità interessa gli utenti Premium e promette un utilizzo più consapevole della propria cronologia di ascolto, trasformandola in uno strumento di personalizzazione molto più duttile.

La funzione si chiama Prompted Playlist e sfrutta l'intera storia degli ascolti per costruire mix che incorporano gusti recenti e preferenze registrate fin dal primo giorno di utilizzo del servizio. Il sistema interpreta richieste formulate in modo colloquiale e le traduce in playlist coerenti, anche quando le indicazioni risultano articolate.

Per esempio, è possibile chiedere musica dai principali artisti degli ultimi dieci anni, oppure una selezione pensata per una specifica attività fisica, indicando durata, genere e andamento dei brani. L'interfaccia permette anche di modificare i prompt per affinare ulteriormente i risultati.

Ogni brano suggerito riporta una spiegazione che chiarisce perché il sistema lo ha scelto, un dettaglio che rende più trasparente il funzionamento del meccanismo di raccomandazione. Le playlist generate possono essere aggiornate in modo giornaliero o settimanale, senza interventi manuali.

Un'area chiamata Ideas propone spunti pronti all'uso per chi non ha ispirazione, mantenendo comunque la possibilità di intervenire sulle richieste. Al momento la sperimentazione è limitata alla Nuova Zelanda, disponibile solo in inglese e riservata agli abbonati Premium. Spotify non ha indicato tempistiche per un'eventuale estensione ad altri mercati.

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