Ucraina. Rubio vede Lavrov in Malesia

Lug 12, 2025 - 14:00
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Ucraina. Rubio vede Lavrov in Malesia

di Giuseppe Gagliano –

Mentre Mosca colpisva Kiev con una nuova ondata di missili e droni, Marco Rubio è volato in Malesia per incontrare Sergei Lavrov in un clima diplomatico difficile, ma che ha mostrato sensibilità alla proposta per la tregua formulata dal ministro russo. L’America di Trump vuole mostrarsi inflessibile, ma dietro la retorica di Washington emergono le crepe di una strategia sempre più in affanno.
L’Ucraina resta intrappolata in un conflitto che non conosce sbocchi, nonostante le forniture di armi e le invettive presidenziali. Poche ore dopo l’attacco russo, definito da Kiev come uno dei più intensi dall’inizio della guerra, il Cremlino conferma la propria linea: resistere, consolidare alleanze, ma anche rendersi disponibile a una tregua, ovviamente a condizioni soddisfacenti.
La scena asiatica rivela invece tutta la fragilità della postura americana. A Kuala Lumpur Rubio ha incontrato un’Asia sempre più insofferente verso le pressioni di Washington. Le minacce di Trump di imporre dazi doganali del 50% irritano perfino alleati storici come Giappone e Corea del Sud, mentre la Malesia accusa l’America di usare il commercio come un’arma geopolitica.
E in questo vuoto diplomatico, Russia e Cina avanzano. Pechino parla di un “nuovo ordine mondiale più giusto” senza nemmeno nominare gli Stati Uniti, ma il messaggio è chiaro: è tempo di rompere il monopolio americano. Ed è un messaggio che trova terreno fertile tra Paesi del Sud-Est asiatico stanchi di subire imposizioni e ansiosi di trovare alternative.
La visita di Rubio, pensata per rafforzare l’influenza americana in Asia, rischia di diventare il simbolo di un’America che non riesce più a imporre la propria visione del mondo. La resilienza russa e il pragmatismo cinese stanno ridisegnando gli equilibri globali, mentre a Washington restano solo posture muscolari e minacce economiche.
Se Lavrov e Rubio riusciranno a dialogare lo scopriremo presto. Ma la sensazione è che la partita vera si giochi ormai altrove, lontano dalle conferenze stampa e sempre più vicina alle trame di un multipolarismo che l’America fatica ad accettare.

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Redazione Redazione Eventi e News