Usa. Bezos contro Musk: la guerra orbitale per il dominio della connettività globale

Maggio 1, 2025 - 00:30
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Usa. Bezos contro Musk: la guerra orbitale per il dominio della connettività globale

di Giuseppe Gagliano

Nel silenzio rarefatto dell’orbita terrestre bassa, si gioca una delle sfide più decisive del nostro tempo. Non si tratta di semplici lanci spaziali o di concorrenza commerciale. È una lotta per il controllo di un’infrastruttura essenziale del XXI secolo: l’accesso globale a internet. In campo ci sono due titani, Jeff Bezos e Elon Musk, e due visioni opposte del potere digitale. Da un lato l’ecosistema commerciale di Amazon, che si espande fino ai confini dello spazio. Dall’altro l’impero tecnologico e politico di Musk, che fonde la Silicon Valley, il Pentagono e le galassie.
Project Kuiper è la risposta di Bezos a Starlink. Un progetto partito in ritardo, ma sorretto da ambizioni colossali: oltre 3.200 satelliti, più di 10 miliardi di dollari investiti, e la forza combinata di Amazon Web Services e Blue Origin. Una costellazione pensata per portare la banda larga anche dove la fibra non arriva, con terminali accessibili e modelli scalabili. Un’offerta che promette di democratizzare la connettività. Ma anche di conquistare il controllo del flusso dati globale, integrandolo nell’ecosistema Amazon.
Dall’altra parte Starlink ha già schierato oltre 8.000 satelliti, serve milioni di utenti in 125 Paesi e ha dimostrato, in Ucraina, la sua capacità di operare in teatri di guerra. È diventata una risorsa strategica, non solo per i consumatori ma anche per governi, militari e intelligence. E questo cambia tutto. Non è solo business: è geopolitica.
La competizione si gioca su diversi livelli. Sul piano industriale, Amazon è in affanno: ha lanciato appena 27 satelliti, dovrà completarne oltre 1.600 entro luglio 2026 per rispettare i vincoli FCC. Una corsa contro il tempo, frenata da difficoltà produttive e logistiche. Ma Bezos punta sulla resilienza: ha siglato contratti con ULA, Arianespace, Blue Origin e persino SpaceX, in un paradosso che rivela il pragmatismo di chi sa che la partita è troppo grande per lasciarsi frenare dalle rivalità personali.
Ma lo spazio non è infinito. Il congestionamento orbitale, con Kuiper, Starlink, OneWeb e la cinese Guowang, rischia di trasformarsi in un disastro annunciato. E qui la regolamentazione internazionale è debole, frammentaria, spesso inesistente. Il pericolo non è solo quello delle collisioni: è il dominio opaco sulle frequenze, sulle infrastrutture, sulle capacità di disconnessione selettiva.
In tutto questo la politica è lo spettro più ingombrante. Musk ha legami solidi con il potere statunitense, dalla difesa alla diplomazia, passando per il budget federale. Bezos, più istituzionale, ma meno “dentro” le stanze che contano. Le decisioni della FCC, le autorizzazioni, i vincoli normativi: tutto può piegarsi alla logica dell’influenza.
Alla fine non è solo una corsa tra due miliardari. È la definizione di chi controllerà l’infrastruttura cognitiva del pianeta: l’accesso all’informazione, la resilienza delle reti, la capacità di comunicare anche in tempo di guerra. Come nella grande contesa navale del XIX secolo, chi controllerà i “cieli digitali” dominerà il futuro. Bezos e Musk lo sanno. E noi, forse, solo cominciamo a capirlo.

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Redazione Redazione Eventi e News