Alle imprese italiane servono 2,3 milioni di laureati e diplomati tecnici

Agosto 21, 2025 - 23:00
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Alle imprese italiane servono 2,3 milioni di laureati e diplomati tecnici

Per il momento si tratta di previsioni sui fabbisogni occupazionali delle imprese, quindi non è detto che poi i numeri si tradurranno in assunzioni effettive. Ma, come riporta Il Sole 24 Ore citando i dati del sistema Excelsior, dal 2025 al 2029 le aziende italiane andranno a caccia di circa 2,3-2,6 milioni di profili con lauree scientifico-tecnologiche, diplomi in ambito tecnico e qualifiche professionali, e pure con una certa urgenza. A seconda dello scenario macroeconomico considerato, se meno o più favorevole, questi numeri scenderanno o caleranno.

In tutto i datori di lavoro, privati e pubblici, avranno necessità di assumere, nel quinquennio, tra 3,3 e 3,7 milioni di lavoratori. Come raccontano le «Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2025-2029)», elaborate nell’ambito di Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, ogni anno si spalancheranno le porte del lavoro per 247/268mila laureati o con titolo di Its Academy (il 38% del totale calcolato come media dei due scenari), per 185mila-216mila lavoratori in possesso di formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale e liceale (diplomi quinquennali, pari al 49,5%) e per 125mila-146mila diplomi di istruzione e formazione professionale.

Serviranno ingegneri, informatici, economisti/statistici, matematici, fisici, diplomati Its Academy, periti meccanici, tecnici della logistica e della moda, solo per citare i profili più ricercati dai settori produttivi centrali per l’economia italiana.

Il punto, che è anche uno dei tasti più dolenti per l’Italia alle prese con una forte denatalità, è che difficilmente i nostri percorsi scolastici e accademici riusciranno, nello stesso arco temporale, a sfornare altrettante competenze scientifico-tecnologiche richieste. In totale i giovani in possesso di un titolo di formazione terziaria dovrebbero essere sufficienti (260mila all’anno quelli attesi), ma in alcuni indirizzi la carenza sarà importante.

Per le lauree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) si stima che ne potrebbero mancare tra 9mila e 18mila ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica e in scienze matematiche, fisiche e informatiche. Per l’indirizzo economico-statistico, la carenza potrebbe essere di 12-17mila. Per l’indirizzo medico-sanitario, si attesterebbe a 7-8mila.

Anche per la formazione secondaria di tipo tecnico-professionale è prevista una carenza di offerta. Si stima mancheranno tra 6mila e 32mila giovani all’anno con un diploma quinquennale, in particolare negli ambiti della meccanica, meccatronica ed energia, amministrazione, finanza, marketing, costruzioni, ambiente e territorio e trasporti logistica.

Più accentuato sarà il mismatch relativo ai percorsi di formazione professionale, con un’offerta che sarà in grado di coprire solo circa metà dei fabbisogni. Saranno infatti ricercati tra 125mila e 146mila giovani, mentre l’offerta raggiungerà appena le 70mila unità.

Secondo le previsioni, si richiederanno competenze green a circa 2,4 milioni di lavoratori. Inoltre 2,2 milioni di lavoratori (circa il 59% del fabbisogno quinquennale) dovranno possedere competenze digitali, con variazioni secondo il livello di specializzazione: 22% per operai e professioni non qualificate, 56% per professioni impiegatizie e dei servizi e 86% per professioni specializzate e tecniche.

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Redazione Redazione Eventi e News