Antimafia e appalti pubblici: quando va acquisita la documentazione?
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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti chiarisce un nodo cruciale del nuovo Codice dei contratti: la verifica antimafia non blocca l’aggiudicazione, ma incide sulla fase di stipula.
Un quadro normativo in evoluzione
Nel complesso universo degli appalti pubblici, la tempistica dei controlli antimafia rappresenta da anni uno dei passaggi più delicati per le amministrazioni. L’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023) ha rinnovato procedure e principi, ma ha anche sollevato interrogativi interpretativi, soprattutto nel coordinamento con il Codice antimafia (D.Lgs. 159/2011).
A fare chiarezza è intervenuto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che con il Parere n. 3942 dell’11 dicembre 2025 ha affrontato un tema centrale: la documentazione antimafia è necessaria già per l’aggiudicazione o solo per la stipula del contratto?
Una domanda tutt’altro che teorica, considerando le ricadute operative su tempi, responsabilità e legittimità degli affidamenti pubblici.
Il dubbio delle stazioni appaltanti
Il quesito nasce dal confronto tra due disposizioni chiave.
Da un lato, l’articolo 17, comma 5, del nuovo Codice dei contratti stabilisce che l’aggiudicazione diventa immediatamente efficace una volta verificato il possesso dei requisiti dell’operatore economico. Dall’altro, l’articolo 83 del Codice antimafia impone alle pubbliche amministrazioni di acquisire la documentazione antimafia prima della stipula o autorizzazione dei contratti pubblici.
Il punto critico riguarda gli affidamenti di importo superiore a 150.000 euro, soglia oltre la quale scattano obblighi rafforzati di controllo. Le amministrazioni si sono quindi chieste se:
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l’assenza della documentazione antimafia impedisca l’aggiudicazione;
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oppure se tale verifica sia richiesta esclusivamente nella fase che precede la firma del contratto.
In sostanza, il dubbio riguarda la collocazione temporale del controllo antimafia all’interno del procedimento di gara.
Aggiudicazione e stipula: due momenti distinti
Nel parere ministeriale emerge con chiarezza una distinzione fondamentale: aggiudicazione e stipula del contratto non coincidono, né sotto il profilo giuridico né sotto quello procedurale.
L’aggiudicazione rappresenta l’atto con cui la stazione appaltante individua l’operatore economico risultato migliore all’esito della gara. La stipula, invece, è il momento in cui nasce formalmente il rapporto contrattuale.
Secondo il MIT, l’acquisizione della documentazione antimafia non è un presupposto necessario per adottare l’atto di aggiudicazione, anche quando l’importo supera i 150.000 euro. Questo adempimento assume invece rilevanza prima della conclusione del contratto, quando l’amministrazione deve verificare l’assenza di tentativi di infiltrazione criminale.
La coerenza con il Codice antimafia
La posizione del Ministero trova fondamento nello stesso impianto del Codice antimafia, che disciplina con precisione il momento della richiesta delle verifiche.
La normativa prevede infatti che l’informazione o la comunicazione antimafia venga acquisita al momento dell’aggiudicazione o, in alternativa, entro i trenta giorni precedenti alla stipula. Questa formulazione evidenzia come il legislatore abbia voluto garantire flessibilità procedurale, evitando che i tempi delle verifiche rallentino eccessivamente l’azione amministrativa.
In altre parole, la richiesta può essere avviata contestualmente all’aggiudicazione, ma il suo esito diventa determinante solo ai fini della firma del contratto.
Nessuna automatica esclusione in fase di gara
Un altro chiarimento rilevante riguarda il rapporto tra documentazione antimafia e cause di esclusione. Il MIT sottolinea che tali verifiche non rientrano tra i controlli automatici di pre-aggiudicazione, come quelli relativi ai requisiti generali o alla regolarità contributiva.
Ciò significa che l’assenza temporanea della documentazione antimafia non comporta di per sé l’esclusione dell’operatore economico dalla gara, né impedisce alla stazione appaltante di procedere con l’aggiudicazione.
Tuttavia, resta fermo che in caso di esito negativo delle verifiche antimafia, l’amministrazione non potrà procedere alla stipula, dovendo adottare i provvedimenti conseguenti previsti dalla legge.
Un equilibrio tra legalità ed efficienza
Il parere ministeriale si inserisce in una linea interpretativa che mira a bilanciare due esigenze fondamentali: da un lato, la prevenzione delle infiltrazioni criminali negli appalti pubblici; dall’altro, la necessità di garantire celerità e certezza alle procedure di affidamento.
Bloccare l’aggiudicazione in attesa della documentazione antimafia rischierebbe infatti di rallentare in modo significativo l’azione amministrativa, soprattutto in settori strategici come lavori pubblici e servizi essenziali.
La soluzione individuata consente invece di separare il momento della selezione dell’operatore da quello della verifica sostanziale sulla sua affidabilità antimafia, mantenendo comunque un presidio rigoroso prima della nascita del rapporto contrattuale.
Implicazioni pratiche per le amministrazioni
Dal punto di vista operativo, il chiarimento del MIT offre alle stazioni appaltanti una cornice più certa entro cui muoversi. Le amministrazioni possono procedere con l’aggiudicazione senza attendere l’esito delle verifiche antimafia, purché queste vengano tempestivamente richieste e completate prima della stipula.
Allo stesso tempo, viene rafforzata la responsabilità nella gestione della fase pre-contrattuale, che resta il momento decisivo per garantire il rispetto delle norme antimafia.
Una lettura che riduce il contenzioso
Infine, l’interpretazione fornita contribuisce a ridurre il rischio di contenzioso, offrendo una linea guida uniforme a livello nazionale. In un contesto normativo già complesso, indicazioni chiare sulla sequenza degli adempimenti rappresentano uno strumento essenziale per assicurare trasparenza, legalità e buon andamento dell’azione amministrativa.
Il messaggio che emerge è netto: la tutela antimafia resta imprescindibile, ma non deve trasformarsi in un ostacolo procedurale anticipato. La legalità si rafforza anche attraverso procedure più chiare, razionali e coerenti con il sistema normativo complessivo.
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