Bolsonaro rischia 43 anni di carcere, ma per Trump è “una brava persona” e per vendetta impone dazi al 50% al Brasile

Lug 16, 2025 - 19:30
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Bolsonaro rischia 43 anni di carcere, ma per Trump è “una brava persona” e per vendetta impone dazi al 50% al Brasile

La Procura generale del Brasile ha chiesto di condannare l’ex presidente Jair Bolsonaro con l’accusa di guidare un’organizzazione criminale armata e di tentativo di abolizione violenta dello Stato di diritto democratico. L’ex presidente è accusato anche di altri tre reati che insieme potrebbero portare a una condanna di 43 anni di carcere. Con lui ci sono anche altri sette imputati: si tratta di Alexandre Ramagem, deputato ed ex direttore dell’Agenzia brasiliana di intelligence, l’ex comandante della marina Almir Garnier, l’ex-aiutante di campo di Bolsonaro Mauro Cid, e quattro ex ministri: Anderson Torres (Giustizia), Augusto Heleno (Sicurezza istituzionale della presidenza), Paulo Sérgio Nogueira (Difesa) e Walter Souza Braga Netto (Casa civile), già detenuto dal 14 dicembre scorso.

Trump, appresa la notizia del rischio di condanna, ha dichiarato che Bolsonaro è una “brava persona. Non è un mio amico, è qualcuno che conosco”. La dichiarazione è riportata dall’agenzia Bloomberg. Il presidente degli Usa non si è fermato qui e per vendetta ha imposto dazi del 50% al Brasile puntando il dito proprio contro il trattamento riservato a Bolsonaro.

In realtà, fin da dopo la sua elezione, ci sono continue frizioni con il Brasile amministrato dal presidente di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva. Dazi sono stati minacciati anche nei giorni scorsi contro i paesi Brics di cui il Brasile fa parte. E come se non bastasse, è notizia di queste ore, il governo degli Stati Uniti ha aperto un’indagine sul Brasile per presunte pratiche commerciali sleali.

Bolsonaro
Bolsonaro rischia 43 anni di carcere, ma per Trump è “una brava persona” e per vendetta impone dazi al 50% al Brasile (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Bolsonaro chiede l’amnistia: “Così il Brasile evita i dazi”

Bolsonaro, dal canto suo, ha chiesto l’approvazione di un’amnistia per sé stesso e per gli alleati coinvolti nei fatti dell’8 gennaio e nel tentativo di colpo di Stato, presentandola come l’unica via per evitare l’inasprimento dei dazi imposti dagli Stati Uniti all’export brasiliano. “Il tempo stringe, le sanzioni entreranno in vigore il 1º agosto. La soluzione è nelle mani delle autorità brasiliane. Quando c’è armonia e indipendenza tra i Poteri, nasce il perdono tra fratelli e, con l’amnistia, anche la pace per l’economia”, ha scritto su X il leader conservatore, riconoscendo che la sovrattassa del 50% annunciata da Donald Trump sui prodotti brasiliani “ha molto più a che fare con valori e libertà che con l’economia”.

Per Bolsonaro “il bandito è quello che è al Governo”

Il 70enne ex presidente brasiliano ha anche accusato l’attuale amministrazione brasiliana dicendo di non essere un “bandito”. Senza citare il nome del suo successore alla guida del paese sudamericano Luiz Inácio Lula da Silva, Bolsonaro ha dichiarato che “il bandito è quello che è al Governo ed è stato liberato, condannato in tre gradi di giudizio”.

Sulla possibilità di essere arrestato, Bolsonaro ha dichiarato alle giornaliste Simone Kafruni e Mariana Haubert del sito Poder360 che “può succedere di tutto” chiedendo a sua volta: “Verrei arrestato per distruzione del patrimonio pubblico (in riferimento all’assalto violento delle sedi del potere istituzionale da parte di suoi supporter l’8 gennaio 2023, ndr), anche se ero negli Stati Uniti?”. L’intervista è stata ripresa dai principali media brasiliani e sono le prime dichiarazioni rilasciate da Bolsonaro.

 

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia