Bper: nel primo trimestre utile netto record a 442,9 milioni
Nel primo trimestre 2025 Bper Banca ha ottenuto il miglior risultato di sempre, con un utile netto consolidato di 442,9 milioni di euro, il 43,2 per cento in più di un anno fa. L’istituto modenese, guidato da Gianni Franco Papa, ha registrato dei ricavi core di 1,353 milioni, in crescita dello 0,8 per cento su base annua, grazie alla contribuzione positiva delle commissioni nette, che raggiungono quota 541,1 milioni e crescono dell’8,5 per cento in un anno. Risultati che hanno “più che bilanciato il calo del margine di interesse” di 811,9 milioni, diminuito del 3,8 per cento in un anno”, in uno scenario di riduzione accelerata dei tassi, evidenzia la banca nella nota diffusa per la presentazione dei conti. Durante la conference call, Papa ha definito questi dati “il nostro migliore risultato di sempre, grazie a una dinamica commerciale eccellente in tutti i business – Retail, Corporate, Private & Wealth Management”.
Nei primi tre mesi dell’anno l’istituto modenese ha registrato anche un aumento del 7,1 per cento su base annua della raccolta gestita, che si attesta a 72,1 miliardi. La raccolta amministrata ammonta a 92,3 miliardi, l’1,1 per cento in più rispetto a un anno fa mentre le polizze vita raggiungono 21,2 miliardi in aumento dello 0,8 per cento. I crediti netti verso la clientela sono 89,6 miliardi, il 2,2 per cento in più ed è in linea con la fine del 2024 il rapporto prestiti/depositi, al 31 marzo 2025 al 76,3 per cento. “Cresce il nostro sostegno concreto ai clienti, sia dal punto di vista del credito con 4,4 miliardi di nuove erogazioni, di cui oltre la metà destinati a progetti imprenditoriali, sia nella gestione degli asset della clientela, in ottica di investimento e protezione – ha sottolineato l’ad – . Il nostro profilo patrimoniale si conferma solido grazie a una generazione di capitale pari a 540 milioni, i livelli di liquidità rimangono ben al di sopra degli indici regolamentari, così come rimane elevata la qualità del credito. Papa ha evidenziato che si vuole “accrescere e condividere” questo valore “attraverso l’offerta pubblica di scambio che abbiamo annunciato lo scorso febbraio, anche con gli stakeholders della Banca Popolare di Sondrio, grazie all’elevata combinazione industriale delle nostre realtà, basata su attenzione alla clientela e ai territori, qualità dei servizi e solidi risultati”.
L’ops lanciata da Bper all’istituto valtellinese risale al 6 aprile e riguarda tutte le azioni ordinarie di Banca Popolare di Sondrio per 4,3 miliardi. Secondo le previsioni di Bper, l’ops arriverà sul mercato tra giugno e luglio, dopo aver ottenuto tra maggio e giugno le autorizzazioni necessarie. La roadmap prosegue a luglio-agosto, con la procedura di “delisting” e la fusione con l’istituto valtellinese entro la fine dell’anno. Intanto Bper ha appena ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Ivass, l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, ad acquisire – ad esito positivo dell’ops – più del 30 per cento del capitale sociale di Arca Vita. La palla ora passa al nuovo cda di Sondrio con cui Papa ha affermato di essere “aperti a sederci e a discutere. Tocca al nuovo consiglio di amministrazione di Sondrio decidere se fare un passo avanti verso di noi o meno. Abbiamo fatto la prima mossa, adesso abbiamo bisogno che facciano un passo nella nostra direzione. Si dice che ci vogliono due per ballare il tango. Se l’altro non vuole ballare, non possiamo fare niente”.
Per Papa, “il modo migliore sarebbe sederci e trovare una soluzione lungo la linea che abbiamo indicato” ha spiegato l’ad ricordando che si tratta di “un’operazione amichevole, nel senso che vediamo una forte integrazione strategica e industriale tra le due banche che derivano dalla ‘popolarità’ e dalla stessa attenzione per i clienti, siano essi famiglie, privati, aziende, grandi, piccole e micro, con una presenza molto forte e una forte vicinanza alle comunità”. Secondo le previsioni di Bper, l’integrazione genererà un fatturato di oltre 7 miliardi di euro. Sull’operazione sta vigilando l’Antitrust ma “ci aspettiamo un impatto minimo perché le concentrazioni sono limitate a poche aree e in queste dovremo vendere qualche filiale – ha spiegato l’ad – Non credo che ci saranno ritardi da questo punto di vista”. Sull’aggregazione si sta attendendo anche l’approvazione della Bce e della Banca d’Italia.
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