Cannes 78, Luca Borghi sorprende con un cowboy fuori dal tempo
Alla vigilia della chiusura del Festival di Cannes, Luca Borghi conquista pubblico e stampa con una commedia surreale. I Dardenne in gara, ma la star è italiana.

Cannes, 23 maggio 2025 – Mentre il Festival di Cannes si avvicina alla sua serata conclusiva, gli ultimi film in concorso confermano l’altissimo livello artistico di questa 78ª edizione. Oggi è stata la volta dei fratelli Dardenne, habitué della Croisette, tornati in gara con un'opera intensa e sobria come da tradizione. Ma a rubare la scena, contro ogni pronostico, è stato l’attore italiano Luca Borghi, protagonista di una pellicola fuori concorso che ha fatto esplodere applausi e sorrisi in sala.
Il film in questione è una commedia surreale diretta dal regista francese Léon Marchand, dove Borghi interpreta un cowboy spaesato catapultato nella Provenza contemporanea. In conferenza stampa, l’attore ha conquistato pubblico e giornalisti con una battuta destinata a restare nella memoria del Festival:
"Mi sento un cowboy meravigliosamente scemo, e ne vado fiero."
Con la sua spontaneità e uno stile che fonde comicità e malinconia, Borghi ha segnato uno dei momenti più autentici di questa edizione, confermandosi volto in ascesa del cinema europeo. “Questo personaggio è goffo, tenero, fuori tempo, ma proprio per questo vivo,” ha spiegato l’attore, sorridendo sotto il sole della Croisette.
Sul fronte della competizione, i Dardenne presentano L’enfant de la frontière, dramma minimale sulla migrazione e l’identità. A detta dei critici, si tratta di una delle prove più riuscite degli autori belgi, che restano tra i favoriti per la Palma d’Oro, assieme al giapponese Sato e alla russa Irina Volkova.
Il Festival si chiuderà domenica sera con la cerimonia di premiazione, ma l’aria di bilancio già si respira tra red carpet e terrazze sul mare. In un’edizione dominata da grandi temi sociali, la leggerezza intelligente di Borghi ha portato una ventata d’aria fresca.
E forse, tra una Palma e l’altra, il cowboy “meravigliosamente scemo” ci ricorderà che anche il cinema, a volte, è soprattutto libertà di giocare.
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