Card. Sako: “Portare il messaggio di Cristo con entusiasmo”

Il patriarca caldeo di Baghdad, cardinale Louis Raphael Sako, ha lanciato un accorato appello alla responsabilità e alla coerenza di sacerdoti e vescovi. In una nota diffusa dal Patriarcato caldeo, il porporato – con 51 anni di esperienza pastorale – sottolinea l’importanza di una guida ecclesiale devota, trasparente e vicina ai più deboli. Richiama al valore dell’obbedienza, della comunione ecclesiale e della missione profetica, ribadendo che il sacerdozio non è un privilegio ma un servizio da vivere con umiltà, autenticità e spirito di riconciliazione.
L’appello
“Devoto, equilibrato, educato e responsabile”: sono alcuni dei tratti distintivi che dovrebbero ritrovarsi in un sacerdote e in un vescovo secondo il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako. In una breve nota, diffusa dal Patriarcato caldeo, Mar Sako, basandosi sulla sua esperienza lunga 51 anni al servizio della Chiesa, ricorda che queste due figure devono “essere consapevoli di ciò in cui credono, pregare e non limitarsi a completare rituali e liturgie”. Anzi, sono chiamati a “portare il messaggio di Cristo alla parrocchia, ai fedeli, con entusiasmo, visione e programmazione – lavorando con il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale – stando dalla parte dei poveri e dei sofferenti. Servire anziché essere serviti e come un buon padre devono educare, proteggere i figli con il calore della paternità e della saggezza”.
Stare in comunione con la Chiesa
“Il sacerdozio – ribadisce Mar Sako – non è un privilegio, ma una missione e un ministero”. Vescovo e sacerdote devono “unire e non dividere, avvicinare e non escludere, non scendere a compromessi e non creare scompiglio”. Devono, inoltre, “essere trasparenti” nel gestire i fondi e “avere voci profetiche contro l’ingiustizia e la corruzione, servendo la riconciliazione e la pace, e offrendo speranza”. Un ultimo aspetto caro a Mar Sako è l’obbedienza: “Sacerdoti e vescovi si impegnano all’obbedienza proclamata nel giorno della loro ordinazione. Questa obbedienza non è cieca, ma l’obbedienza dei figli al loro padre: il prete al suo vescovo, il vescovo al suo patriarca e il patriarca al Papa. Tutti sono chiamati a stare in comunione con la Chiesa”.
Fonte: Agensir
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