Casi in calo ma un nuovo vaccino diventa obbligatorio: cosa sta succedendo davvero negli ospedali italiani

Nuovo vaccino obbligatorio? Cosa sta succedendo negli ospedali: tutto quello che c’è da sapere.
Mentre i casi di infezione da virus respiratorio sinciziale (Vrs) registrano un calo significativo negli ospedali italiani, si intensificano le iniziative per potenziare la prevenzione, con l’introduzione di un nuovo obbligo vaccinale a livello nazionale.
L’attenzione si concentra soprattutto sui neonati e lattanti, categoria particolarmente vulnerabile durante la stagione invernale, quando il Vrs è responsabile di numerosi casi di bronchiolite.
La campagna di immunizzazione in Lombardia e i risultati ottenuti
La Regione Lombardia ha anticipato i tempi, promuovendo già dalla stagione 2023/2024 una campagna di immunizzazione contro il Vrs tramite l’impiego del nirsevimab, un anticorpo monoclonale ad alta efficacia. Nel territorio bergamasco, secondo i dati forniti dall’Ats, nella stagione 2024/2025 (dal 1° novembre 2024 al 31 marzo 2025) sono state somministrate 6.769 dosi di questo anticorpo, raggiungendo una copertura del 75,71% tra neonati e lattanti.
Questa strategia ha portato a una drastica riduzione degli accessi in pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri: dai 6.000 casi di bronchiolite nella stagione 2022/23 e 2023/24 si è passati a soli 1.500 nella stagione appena conclusa, con i ricoveri scesi da 2.350 a 600. Questi dati testimoniano un notevole miglioramento nella tutela della salute dei più piccoli e un significativo alleggerimento della pressione sulle strutture sanitarie regionali.
Alla luce di questi risultati, Forza Italia ha presentato una mozione in Consiglio regionale della Lombardia con l’obiettivo di uniformare a livello nazionale le strategie di prevenzione contro il Vrs. Jonathan Lobati, consigliere regionale del partito, ha sottolineato la necessità di armonizzare i criteri di somministrazione tra le Regioni per garantire pari opportunità di immunizzazione.
La mozione propone di introdurre l’obbligo di immunizzazione per tutti i neonati e lattanti durante la loro prima stagione epidemica, oltre a offrire il vaccino proteico ricombinante bivalente anti-Vrs alle donne in gravidanza tra la 32ª e la 36ª settimana, se il parto è previsto durante la stagione epidemica. Questa misura punta a estendere la protezione a tutta la popolazione a rischio, superando le attuali disparità regionali.
Alessandro Sorte, deputato bergamasco e segretario regionale di Forza Italia, ha annunciato la presentazione di un’interpellanza urgente al ministro della Salute Orazio Schillaci, per ottenere un quadro chiaro della situazione e stimolare un’intervento governativo che renda omogenee le modalità di somministrazione del vaccino a livello nazionale. Sorte ha evidenziato come l’esperienza lombarda dimostri l’efficacia della strategia di prevenzione, non solo nella tutela della salute infantile, ma anche nel ridurre il carico sulle strutture ospedaliere.
Un recente studio condotto in diversi ospedali della Toscana e pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Infection ha confermato l’efficacia del 90% del nirsevimab nel prevenire l’infezione da Vrs nei neonati. Questa evidenza scientifica rafforza ulteriormente la posizione di chi sostiene l’estensione dell’immunizzazione obbligatoria, sottolineando come l’anticorpo monoclonale possa essere somministrato in sicurezza anche in concomitanza con gli altri vaccini dell’infanzia, senza controindicazioni.
La campagna di prevenzione, oltre a salvaguardare i più piccoli, contribuisce a una gestione più efficiente delle risorse sanitarie, riducendo drasticamente il numero di ricoveri e il carico sul personale medico. Il dibattito politico sull’estensione dell’obbligo vaccinale contro il Vrs si inserisce in un contesto più ampio di confronto sulle politiche vaccinali in Italia, con Forza Italia che si schiera fermamente a favore della scienza e della prevenzione.
Il prossimo autunno sarà cruciale per definire le strategie nazionali in vista della stagione epidemica 2025/2026, con l’obiettivo di garantire a tutti i neonati e lattanti un accesso uniforme e tempestivo a questa forma di protezione immunitaria.
L'articolo Casi in calo ma un nuovo vaccino diventa obbligatorio: cosa sta succedendo davvero negli ospedali italiani proviene da Blitz quotidiano.
Qual è la tua reazione?






