Il dolore e il lutto visto attraverso gli occhi delle orche

Il dolore e il lutto visto attraverso gli occhi delle orche: empatia e legami profondi. L’incredibile mondo emotivo di questi mammiferi.
Le orche, oltre a essere grandi predatori, sono molto legate tra loro e mostrano una forte empatia. La loro vita emotiva è complessa e in modo sorprendente simile alla nostra. Scopriamo insieme il dolore e il lutto visto attraverso gli occhi delle orche.
Il dolore e il lutto visto attraverso gli occhi delle orche
Il dolore e il lutto visto attraverso gli occhi delle orche, ci rivelano un lato sorprendentemente umano di questi straordinari abitanti degli oceani.
Le orche (Orcinus orca), sono tra i predatori più affascinanti e potenti del mare, rappresentano anche i membri più grandi della famiglia dei delfinidi.
Vivono in gruppi familiari chiamati pod, strutturati in modo “Matrilineare”, dove la madre e le sue discendenti formano un legame stretto e duraturo.
Questi gruppi, non solo collaborano con grande intelligenza alle strategie di caccia, ma mostrano anche comportamenti diversi da popolazione a popolazioni, tanto da far pensare che abbiano vere e proprie “culture” distintive.
Ma ciò che rende le orche ancora più straordinarie è la loro intelligenza emotiva. Quando un’orca perde un membro della propria famiglia, non si tratta semplicemente di un evento naturale o di un istinto di sopravvivenza ma di un’esperienza che coinvolge, profondamente, la loro sensibilità.
Proprio come gli esseri umani ,sembrano essere consapevoli della morte e faticano ad accettarla.
Non si limitano a lasciare andare l’orca a scomparsa, ma spesso rimangono vicine al corpo per giorni, quasi a volerlo proteggere e accompagnare in un ultimo viaggio.
Durante questo periodo si possono osservare comportamenti che ci sembrano molto familiari, ossia: momenti di calma, di silenzio condiviso, di vicinanza reciproca, quasi come un segno di rispetto e affetto che supera il semplice istinto animale.
Attraverso il loro modo di affrontare il lutto, le orche ci insegnano che l’empatia e l’amore familiare sono profondamente radicati anche nella natura selvaggia e nelle creature con cui condividiamo il pianeta.
La storia dell’orca Tahlequah
Tahlequah, è l’orca che ha toccato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.
Nel 2018, ha commosso tutti, quando dopo la morte del suo cucciolo appena nato, ha nuotato per 17 giorni portando il corpo con sé senza lasciarlo andare.
Con delicatezza lo spingeva con il muso, lo sollevava con la testa, lo accompagnava come se volesse proteggerlo ancora per un po’.
Quel gesto silenzioso è diventato il simbolo del dolore materno, una testimonianza struggente di quanto anche gli animali siano capaci di emozioni profonde.
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A distanza di anni, la storia si è ripetuta. Tahlequah ha perso un altro cucciolo e ancora una volta ha scelto di non separarsene subito.
Ha trascorso ore a cullarlo, a portarlo con sé, come se quel tempo servisse a dirgli addio. Il suo comportamento, ricorda molto il modo in cui anche noi viviamo in lutto e ci insegna che l’empatia, il dolore e i legami familiari non sono una prerogativa umana.
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