Divieto cani in Chiesa: animalisti insorgono coi cartelli e citano San Francesco

‘Loro non possono entrare’: dopo alcuni episodi spiacevoli, la Chiesa di Verona vieta l’ingresso dei cani ma spuntano i cartelli degli animalisti e citano San Francesco.
E’ giusto non farli entrare oppure bisognerebbe esortare i padroni a gestirli meglio? La protesta in atto vede schierata da una parte la chiesa di Verona, che vieta l’ingresso dei cani, e dall’altra parte gli animalisti che prendono le difese di questi ultimi con cartelli che citano San Francesca, il santo che parlava agli animali. Dopo episodi incresciosi che hanno visto protagonisti, loro malgrado, i cani che hanno creato scompiglio e disordine nella Chiesa, si è arrivati alla decisione di vietarne l’accesso: ma potrebbe esserci un compromesso all’orizzonte.
La Chiesa di Verona vita l’ingresso ai cani: le cause e i cartelli degli animalisti
San Francesco amava gli animali e mai avrebbe permesso di ‘escluderli’ da un luogo sacro: è questo il messaggio che gli animalisti hanno lanciato in difesa dei cani, ai quali è stato interdetto l’ingresso nella Chiesa San Nicolò all’Arena di Verona. Eppure pare non sia stata una decisione presa ‘alla leggera’ da parte delle autorità ecclesiastiche locali: si erano verificati diversi episodi incresciosi, in seguito ai quali si è arrivati a questa drastica decisione.
Infatti pare che nei mesi precedenti, si siano ritrovati tra i banchi del luogo sacro dei bisogni dei cani, entrati con i loro padroni, che non hanno provveduto a ripulire; inoltre pare che durante le funzioni religiose, gli animali abbiano creato scompiglio tra i fedeli correndo tra i banchi e le navate. Proprio per arginare questi fenomeni e mettervi fine, il Mons. Ezio Falavegna ha ben pensato di ‘eliminare’ il problema alla radice.
Secondo la sua decisione, i cani non potranno mai più varcare l’ingresso in Chiesa: ciò ha sollevato un’ondata di proteste da parte dei fedeli, assidui frequentatori del sacro luogo, ma soprattutto dell’Associazione Centopercentoanimalisti, che ha provveduto ad esporre dei cartelli che citano il Santo protettore degli animali, San Francesco:
‘I cani sono angeli. San Francesco docet‘.
La Chiesa di Verona vita l’ingresso ai cani: compromesso in vista?
L’obiettivo dell’Associazione animalista non è quello di rinnegare gli episodi spiacevoli che si sono verificati in Chiesa e che hanno visto protagonisti, loro malgrado, dei cani lasciati ‘liberi’ di agire dai loro padroni, ma sostengono che la decisione, scritta in un cartello sia in inglese sia in italiano (poiché il luogo è meta anche di numerosi turisti), sia troppo drastica. Si potrebbe dunque optare per una soluzione alternativa, che vada incontro alle esigenze di tutti, senza vietare l’ingresso a nessuno.
Però è assolutamente necessaria la collaborazione dei padroni, che stavolta non potranno protestare per il divieto senza agire concretamente nella gestione dei propri animali domestici. Un compromesso è non solo auspicabile ma anche possibile, ma sarà necessario che episodi del genere non si verifichino più.
A prescindere da cosa stabilisca la Legge sul cane in Chiesa, è fondamentale ricorrere al buon senso e ciò vale per fedeli, autorità ecclesiastiche e padroni di animali. Il parroco, in un’intervista rilasciata al Tgcom ha ribadito che nessuno (lui in primis) metterebbe in discussione la bontà dell’animale ma la questione si pone sull’incapacità dell0umano che ne ha la custodia di gestirlo nel rispetto della sacralità del luogo.
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Questo è sicuramente il punto comune da cui partire ed entrambe le fazioni sono d’accordo: la Chiesa è un luogo sacro e come tale va rispettato, quindi i padroni dovranno badare al comportamento dei propri Pets e non lasciarli liberi di giocare, correre e utilizzarlo come un parco giochi qualsiasi.
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