Regionali Calabria, Occhiuto a Quarta Repubblica: ‘So che vincerò’

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è stato ospite a Quarta Repubblica su Rete 4. Un intervento in cui ha ripercorso i passaggi che lo hanno portato alle dimissioni, parlando del rapporto con i cittadini, del ruolo dei governatori e della sfida elettorale ormai alle porte.
L’avviso di garanzia e la scelta delle dimissioni
Nei mesi scorsi l’arrivo dell’avviso di garanzia, seguito dalla richiesta – accolta – di essere sentito al più presto dai magistrati per chiarire la propria posizione. Occhiuto ha spiegato così la sua decisione:
«I calabresi mi fermavano per strada, per chiedermi di continuare il lavoro avviato. Presidente non molli, vada avanti, in questa opera di ripartenza. Dalla riforma dei rifiuti a quella dell’idrico, ho rimesso in moto quella che era additata come l’ultima regione d’Europa. Così ho pensato che dovessero essere i calabresi a scegliere da chi dover esser governati».
Poi la riflessione sul clima politico:
«In Calabria è successa una cosa singolare: l’opposizione si è persino dispiaciuta delle mie dimissioni, non volevano andare alle elezioni. Io però guido una Regione in cui i Governatori, negli ultimi 30 anni, sono stati investiti, nel loro ultimo anno di legislatura, da indagini che li hanno poi visti assolti o archiviati, però archiviati anche politicamente. Io ho avuto la sensazione che, anche nella mia macchina amministrativa, mi vedessero ormai come un presidente azzoppato, in difficoltà, uno senza prospettiva. Mi sono ribellato. Decidano i calabresi. Io credo che se in passato qualcuno avesse avuto questo coraggio, la storia sarebbe stata diversa».
«Il potere dei governatori»
Occhiuto si è soffermato anche sul ruolo dei presidenti di Regione, spesso al centro del dibattito politico nazionale:
«Insieme ai sindaci siamo i più vicini ai cittadini. È normale che si sia creata quest’aura attorno alla figura del governatore. Io ad esempio mi sono trovato anche ad esprimere delle posizioni, definiamolo eretiche, nei confronti del mio partito di appartenenza, sull’autonomia differenziata, perché un presidente di Regione che sa fare il suo lavoro, l’autonomia se la prende.
Basti pensare che in Calabria la sanità è commissariata da ben 15 anni. Nel mio caso il commissario sono stato io, e ho deciso di assumere dei medici cubani, contro il parere anche del Ministero. Quindi Calenda ha in parte ragione: i presidenti di Regione sono così importanti».
Il paragone con le Marche e la sfida elettorale
Occhiuto ha richiamato il caso di Ricci, candidato del centrosinistra alle regionali delle Marche, anche lui investito da un avviso di garanzia:
«È nella mia posizione. Io credo che lì il centrodestra non stia speculando sulla situazione, al contrario di quanto avviene con il centrosinistra in Calabria, dove i miei oppositori lo stanno facendo un po’ di più. Io sono tranquillo del fatto che vincerò. I sondaggi mi danno al 60% e, magari, chi ha speculato vorrà anche chiedermi scusa».
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