Ti senti cambiato dopo le vacanze? Non sei pazzo, il tuo cervello ha subito una trasformazione. Lo studio

Se hai la sensazione di sentirti diverso dopo le vacanze, non sei pazzo, ma il tuo cervello è cambiato in maniera significativa. Lo studio
Sentirsi diversi dopo un viaggio non è un’illusione, ma un fenomeno che la neuroscienza e la psicologia spiegano in modo sempre più dettagliato. Viaggiare non è soltanto un momento di svago o relax, ma rappresenta un vero e proprio allenamento mentale con effetti duraturi sul cervello e sulla nostra identità.
In base a una ricerca comparsa sul Journal of Personality and Social Psychology, esporsi a culture differenti dalla propria è un incentivo per la creatività e potenzia l’abilità di risolvere problemi complessi. Il professor Adam Galinsky, Vikram S. Pandit Professor of Business alla Columbia Business School, è tra i massimi esperti mondiali in psicologia sociale e management: le sue ricerche dimostrano che chi vive esperienze legate alla multiculturalità mostra performance cognitive superiori rispetto a chi rimane in un unico contesto culturale.
Quando ci troviamo in un ambiente che non conosciamo, il nostro cervello attiva la neuroplasticità. Doversi destreggiare in una città sconosciuta, interagire in una lingua straniera o adattarsi a usanze diverse, porta a uno sforzo cerebrale molto intenso. Inoltre, queste esperienze scatenano il rilascio di dopamina, l’ormone della felicità, che alimenta la motivazione e il benessere psicologico.
La neuroscienziata Mary Helen Immordino-Yang, docente all’University of Southern California, tramite ricerche di neuroimaging ha fatto emergere come il viaggio abbia un ottimo influsso su zone del cervello che hanno a che fare con empatia e comprensione interculturale.
Senso di smarrimento e crescita personale: uscire dalla zona di Comfort
Molti viaggiatori conoscono il senso di smarrimento tipico di un ambiente sconosciuto: non trovare la strada o non comprendere una lingua può sembrare un ostacolo, ma in realtà rappresenta un potente stimolo per la crescita personale.
Uno studio longitudinale condotto dall’Università di Jena evidenzia come gli studenti che trascorrono periodi all’estero, sviluppino tratti di personalità più aperti e una maggiore stabilità emotiva.
La psicologa Francesca Gino di Harvard spiega che “essere fuori dalla propria zona di comfort attiva risorse psicologiche dormienti, aumentando resilienza e capacità di adattamento”. Questo spiega perché, al ritorno da un viaggio, si percepisce spesso una maggiore forza interiore e una rinnovata capacità di affrontare le sfide quotidiane.
Viaggio ed emotività: la sindrome di Stendhal
L’intensità emotiva provocata da paesaggi mozzafiato o da opere d’arte può arrivare a manifestarsi nella cosiddetta sindrome di Stendhal, caratterizzata da vertigini o confusione temporanea. La psichiatra Graziella Magherini lo interpreta come manifestazione estrema della capacità di lasciarsi travolgere dalla bellezza, un’esperienza che spesso conduce a una significativa trasformazione personale.
Anche in forma più lieve, la meraviglia suscitata da un tramonto o da un monumento storico è fondamentale per il benessere psicologico, stimolando emozioni come la gratitudine e l’entusiasmo. Questi stati emotivi rafforzano la motivazione e l’apprendimento, in linea con le ricerche di Mary Helen Immordino-Yang sull’importanza delle emozioni nel pensiero e nella memoria.
Viaggiare consapevolmente per massimizzare i benefici
A livello psicologico, i viaggi possono avere diversi tipi di impatto sulle nostre aree cerebrali. Per ottenere il massimo dalla propria esperienza, è consigliabile:
- Praticare mindfulness: mantenere una consapevolezza attiva durante il viaggio aumenta il benessere e favorisce l’apprendimento.
- Immergersi nella cultura locale: una partecipazione profonda alle usanze e tradizioni amplifica la flessibilità cognitiva.
- Limitare l’uso della tecnologia: disconnettersi dai dispositivi favorisce la presenza mentale e i benefici psicologici.
Lungi dall’essere un semplice passatempo, il viaggio diventa così un’opportunità per sviluppare la neuroplasticità, migliorare l’empatia e rafforzare le capacità di adattamento.
È un investimento prezioso nella propria salute mentale e crescita personale, come sottolineato anche dal contributo scientifico di Adam Galinsky e Mary Helen Immordino-Yang. La sensazione di cambiamento che si avverte tornando da un viaggio altro non è che la prova tangibile di questa trasformazione cerebrale e psicologica.
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