Costa Rica. Maxi operazione di polizia contro il Tren de Aragua

Lug 20, 2025 - 06:30
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Costa Rica. Maxi operazione di polizia contro il Tren de Aragua

di Giuseppe Gagliano

La recente operazione delle autorità costaricane contro una rete di traffico di esseri umani affiliata al Tren de Aragua rappresenta molto più di un successo investigativo. È il segnale di una sfida transnazionale che intreccia crimine organizzato, flussi migratori e instabilità sociale in un continente sempre più vulnerabile alle reti criminali globali.
Nato nelle carceri venezuelane, il Tren de Aragua è cresciuto fino a trasformarsi in un’organizzazione con ramificazioni continentali. La sua espansione si è intrecciata con l’esodo di milioni di venezuelani, offrendo a questa gang la possibilità di infiltrarsi lungo le principali rotte migratorie, dalla Colombia al Cile, fino all’America Centrale. L’operazione in Costa Rica ha permesso di liberare oltre 90 donne, in gran parte venezuelane, adescate con false promesse di lavoro e ridotte in schiavitù sessuale. La brutalità del loro controllo, ovvero isolamento, ricatti economici, minacce fisiche, conferma che il modello operativo del Tren non è solo replicabile, ma perfettamente adattabile a contesti diversi.
La presenza del Tren de Aragua in Costa Rica rivela una strategia opportunistica: sfruttare la posizione strategica del Paese come crocevia tra Sud e Nord America. Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano classificato la gang come organizzazione terroristica a febbraio e incriminato ad aprile un suo leader per terrorismo e narcotraffico. Washington teme che il gruppo possa radicarsi lungo la dorsale migratoria che porta ai confini meridionali, con effetti devastanti sulla sicurezza interna e sulla gestione dei flussi migratori.
L’espansione del Tren de Aragua segue una logica da “cartello del ventunesimo secolo”: diversificazione delle attività (dal narcotraffico alla tratta di esseri umani), controllo dei territori migratori e penetrazione dei mercati locali. Questo modello è reso ancora più pericoloso dalla capacità di costruire alleanze tattiche con altre gang regionali e di sfruttare la debolezza istituzionale di molti Paesi.
Oltre alla violenza diretta, il Tren de Aragua ha un impatto economico e sociale dirompente. Nei Paesi in cui si insedia, mina le attività legali, corrompe funzionari pubblici e alimenta economie parallele che prosperano su estorsioni, prostituzione e traffici illeciti. L’operazione in Costa Rica ha portato al sequestro di telefoni, armi, denaro e veicoli, dimostrando la sofisticazione logistica della rete. Ma il dato più inquietante resta la capacità di riprodurre in America Centrale uno schema operativo già collaudato in Sud America, segno che la gang sta consolidando un’infrastruttura criminale permanente.
La lotta contro il Tren de Aragua non può essere confinata a interventi di polizia isolati. Richiede un approccio coordinato su scala regionale, capace di integrare intelligence, controlli alle frontiere e strategie di prevenzione sociale. Il rischio è che la gang trasformi il Costa Rica in un hub per operazioni verso il Nord America, sfruttando la vulnerabilità delle rotte migratorie e la crescente domanda di traffici illeciti.
L’operazione delle autorità costaricane ha mostrato che un’azione determinata può ottenere risultati concreti, ma resta da vedere se altri Paesi sapranno rispondere con la stessa efficacia. In assenza di una strategia continentale, il Tren de Aragua continuerà a crescere, alimentando la percezione che in America Latina lo Stato non sia più il solo a esercitare il monopolio della forza.

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