Cura e salute, il rischio di dimenticare i più deboli


Il convegno promosso dall’Auxologico, in collaborazione con la Diocesi e l’Ambrosianeum, che vedrà la presenza dell’arcivescovo e di molti altri relatori di alto livello (martedì 14 ottobre dalle ore 9, presso l’ospedale San Luca, piazzale Brescia 20 a Milano – locandina), si interroga sul rapporto tra la cura necessaria per tutti e le risorse. A rispondere sul perché di questa scelta è il presidente della Fondazione Auxologico, Mario Colombo. «La domanda se potremo ancora curare tutti – dice – è al centro del convegno che abbiamo voluto organizzare insieme al Servizio diocesano per la Pastorale della salute».
Un interrogativo oggi, non retorico…
Sì e che interroga in primis coloro che si trovano a definire le regole di funzionamento e finanziamento del sistema sanitario nazionale, gli amministratori di ospedali e di strutture sanitarie, fino ad arrivare agli operatori della salute e ai singoli cittadini. Ricordiamo che la possibilità di accedere alle cure è innanzitutto fortemente disomogenea nelle diverse Regioni, limitata dalle estenuanti liste di attesa, spesso carente in alcuni ambiti, in particolare nella cura agli anziani, nelle patologie croniche e in quelle psichiatriche, tanto che si può parlare di vere e proprie povertà sanitarie.
Qual è l’obiettivo che si pone l’assise?
Vorremmo mettere in evidenza, suscitare la riflessione e la ricerca di soluzioni per i nuovi e complessi interrogativi che pone l’equazione tra domanda di salute, tendenzialmente infinita, e le limitate risorse disponibili per soddisfarla. La sacralità della vita umana e il valore intrinseco della cura devono stare a fondamento degli sforzi che possano ricondurre lo sviluppo tecnologico, l’accrescimento delle conoscenze mediche, le analisi economiche e organizzative alla base delle politica sanitaria e delle scelte imprenditoriali, all’unico obiettivo di operare per la cura della persona.
Qual è oggi l’urgenza maggiore?
Quando si affrontano i temi della cura e della ricerca sanitaria occorre tenere presente che l’oggetto di esse è la persona umana, la sua vita come soggetto unico e, nello stesso tempo, componente di una relazione sociale e familiare. Il rischio che si corre, di fronte allo squilibrio evidente tra i bisogni di salute e le risorse complessive a disposizione per soddisfarlo, è che i soggetti più deboli possano essere “scartati” o dimenticati. Riteniamo si debba riflettere sulla adeguatezza dell’assetto istituzionale Stato-Regioni nella materia sanitaria (che durante l’emergenza Covid ha mostrato evidenti debolezze) sullo spreco delle risorse derivanti dalla inappropriatezza; sulla necessità di potenziare i settings assistenziali alternativi al ricovero acuto per venire incontro a una popolazione sempre più anziana. Ma la nostra riflessione si estende anche alle conseguenze di un incontrollato inseguimento dell’innovazione tecnologica che perde di vista la persona e la sua vita, e alla carenza di una programmazione politico-sanitaria.
Quali sono i numeri della Fondazione Auxologico?
Auxologico è un ente no profit, nato nel 1958 dalla lungimirante iniziativa di carità di un sacerdote ambrosiano, monsignor Giuseppe Bicchierai. Attualmente è riconosciuto come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, un ente sanitario che associa l’attività di cura a quella di ricerca biomedica nei settori della cardiologia, neurologia, endocrinologia e riabilitazione. È presente con 26 strutture sanitarie e di ricerca in Lombardia, Piemonte, Lazio e in Romania, prendendosi cura ogni anno di più di un milione di persone.
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