È morto il 30enne che aveva tentato il suicidio nel carcere di Frosinone
È morto in ospedale il 30enne detenuto nel carcere di Frosinone che venerdì scorso ha tentato il suicidio. Lo rende noto il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, ricordando che si tratta del secondo detenuto del carcere di Frosinone che si toglie la vita dall’inizio dell’anno. “Aveva trent’anni, tossicodipendente, condannato in via definitiva per un cumulo di reati minori – spiega Anastasia – arrivato da Rebibbia a dicembre, non aveva alcun rapporto con l’esterno. La solitudine uccide, in carcere più che fuori, e il carcere non ce la fa a mettere le pezze a un mondo a rovescio, in cui la giustizia penale è soffocata dalla marginalità che merita altre risposte e altre politiche pubbliche“.
È morto il 30enne che aveva tentato il suicidio nel carcere di Frosinone
Lo scorso 19 febbraio un uomo di 52 anni si era tolto la vita proprio mentre Anastasia era nel carcere di Frosinone, in riunione con la dirigenza Asl e la direzione dell’istituto. “Siamo andati in sezione – ricorda il Garante – abbiamo incontrato i compagni di stanza, attoniti e sconvolti: uno era a scuola, l’altro a colloquio, mentre Andrea si toglieva la vita“.
Il triste annuncio del Garante Anastasia
Secondo il dossier di Ristretti Orizzonti, ricorda Anastasia in una nota, “quest’anno i suicidi nelle carceri italiane sono stati 41, ai quali si aggiungono 33 decessi da accertare. Quattro i suicidi nel Lazio: a Regina Coeli il 9 gennaio; il 19 aprile un cittadino rumeno a Rebibbia; due nel carcere di Frosinone. Questo il dato dell’affollamento a Frosinone aggiornato al 14 luglio: capienza regolamentare 517 posti; non disponibili 63; posti effettivi 454; detenuti presenti 578; tasso affollamento effettivo 127%. A fine giugno nel Lazio il tasso di affollamento era del 148% e in tutta Italia del 134%” .
La piaga dei suicidi in carcere
Questo il post pubblicato sui social dal Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasia: “Non ce l’ha fatta il ragazzo che ha tentato il suicidio venerdì scorso nel carcere di Frosinone. Era stato soccorso e portato in ospedale, ma non ce l’ha fatta. Aveva trent’anni, tossicodipendente, condannato in via definitiva per un cumulo di reati minori. Arrivato da Rebibbia a dicembre, non aveva alcun rapporto con l’esterno. La solitudine uccide, in carcere più che fuori, e il carcere non ce la fa a mettere le pezze a un mondo a rovescio, in cui la giustizia penale è soffocata dalla marginalità che merita altre risposte e altre politiche pubbliche“.
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