Palmoli, la famiglia che vive off-grid: “Senza acqua, senza scuola ma felici. Non portateci via i bambini”

La storia della famiglia che vive off-grid nei boschi di Palmoli: niente acqua corrente, niente scuola, totale rifiuto della tecnologia. Natura, libertà educativa e timori istituzionali in un caso che divide l’Italia.

Novembre 25, 2025 - 08:40
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Palmoli, la famiglia che vive off-grid: “Senza acqua, senza scuola ma felici. Non portateci via i bambini”
Due bambini con due cavalli in una radura nel bosco, scena che richiama la vita off-grid della famiglia di Palmoli in Abruzzo.

“Vivono senza acqua corrente e senza scuola, ma felici”: il caso della famiglia che ha scelto l’isolamento nei boschi di Palmoli

PALMOLI (CH) — Una famiglia che vive senza acqua corrente, lontana da televisione, smartphone e vita digitale. Due bambini cresciuti in un casolare isolato, nel cuore della natura abruzzese. E una domanda che oggi scuote opinione pubblica e istituzioni: è davvero possibile crescere i figli fuori da tutto, e rivendicare il diritto di farlo?

Questa è la storia di Catherine e Nathan, coppia straniera trasferitasi da alcuni anni nell’entroterra vastese, che ha scelto volontariamente un’esistenza essenziale, ai margini della modernità. Una scelta che definiscono “di libertà”, ma che ha sollevato interrogativi e timori, fino al rischio – percepito dai genitori – che qualcuno possa voler allontanare loro i bambini.

Un casolare tra i boschi: dove il tempo si è fermato

Il loro rifugio è un antico casale in pietra, raggiungibile solo attraverso strade sterrate che si inoltrano tra querce e colline. Nessuna rete idrica, nessuna connessione internet, nessun elettrodomestico superfluo.

La famiglia ha ricostruito qui la propria quotidianità: acqua raccolta da sorgenti vicine, luce prodotta in parte da piccole soluzioni autonome, cibo preparato con ciò che la natura offre o con prodotti locali acquistati saltuariamente.

Un ritorno volontario a una vita primitiva?
Per Catherine e Nathan è l’opposto: una liberazione dalla complessità del mondo moderno, che a loro dire “soffoca l’essere umano”, soprattutto i più piccoli.

Niente scuola tradizionale: l’apprendimento è la foresta

I figli della coppia non frequentano le scuole del territorio. L’educazione, spiegano, avviene attraverso l’esplorazione diretta: il bosco diventa aula, il terreno laboratorio, gli animali insegnanti inconsapevoli.

Un approccio che richiama metodi alternativi diffusi in altri Paesi europei, ma che in Italia crea inevitabilmente frizioni con il sistema scolastico obbligatorio e con i controlli di legge.

Per i genitori, però, ciò che conta è la crescita emotiva e creativa:

“Vogliamo che i nostri bambini imparino dalla terra, non dagli schermi. La scuola moderna impone ritmi e valori che non condividiamo.”

Tecnologia bandita: “Non fa bene né ai grandi né ai piccoli”

In casa non esistono telefonini, computer, televisori o social network.
La famiglia rivendica con fermezza questa scelta: “Gli adulti sono diventati dipendenti da dispositivi che distraggono da ciò che conta davvero. I bambini, poi, ne pagano il prezzo più alto, perdendo capacità di attenzione, relazione e immaginazione”.

Per Catherine e Nathan, il benessere passa per il silenzio, i cicli della natura, il contatto diretto con ciò che è reale.
Un punto di vista radicale, in un mondo in cui perfino le scuole spingono verso il digitale.

Le segnalazioni, i dubbi, la paura: “Perché volete portarci via i nostri figli?”

La loro scelta non è passata inosservata.
Alcuni abitanti della zona hanno sollevato preoccupazioni: isolamento, mancanza di servizi essenziali, bambini lontani dalla scuola. Da qui segnalazioni e verifiche, che hanno alimentato nei genitori il timore che la loro vita alternativa possa essere interpretata come un rischio per i minori.

La risposta della famiglia è carica di angoscia e determinazione:

“Noi siamo felici così. I bambini stanno bene. Perché qualcuno dovrebbe strapparceli?”

Un grido che accende un dibattito complesso: fino a che punto lo Stato può e deve intervenire nelle scelte educative delle famiglie? E dove finisce la libertà individuale, inizia la tutela dei minori?

Un fenomeno sempre più diffuso: il ritorno alla vita essenziale

Il caso di Palmoli non è isolato: sempre più persone, in Italia e in Europa, scelgono di lasciare città, lavoro e comodità per riabbracciare una vita lenta, in piccoli borghi o in zone completamente rurali.
Alcuni li definiscono “neo-rurali”, altri “famiglie off-grid”.

Ciò che li accomuna è la ricerca di un equilibrio diverso: meno consumi, più natura; meno tecnologia, più presenza; meno rumore, più silenzio.

La domanda che resta

Il confronto tra chi difende la libertà educativa e chi teme per il benessere dei bambini è destinato a proseguire.

Ma, tra le colline di Palmoli, Catherine e Nathan continuano a difendere la loro scelta:
vivere con poco, vivere insieme, vivere in pace.

Per loro, la felicità non ha bisogno di connessione, se non quella che si intreccia con la terra, il vento e gli alberi che circondano la loro casa.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia