“Farsi stupire dal bello”: con Ravo i murales diventano ponti tra strada e musei

Una serata intensa, densa di racconti e visioni, quella che Andrea “Ravo” Mattoni ha condiviso a Materia, il centro culturale di VareseNews a Castronno. Intervistato dal giornalista Tommaso Guidotti, l’artista ha ripercorso le origini del suo percorso, le evoluzioni del suo metodo e il ruolo che la sua pittura pubblica ha assunto nel dialogo con il territorio, la storia dell’arte e le nuove tecnologie.
Mattoni ha introdotto il pubblico alle sue radici artistiche, cresciute tra Gavirate e una famiglia dove l’arte era presenza quotidiana. L’esperienza nel mondo del writing negli anni Novanta ha rappresentato l’inizio di un cammino che, in seguito agli studi all’Accademia di Brera, si è intrecciato con la tradizione dei grandi maestri.
Ravo racconta con ironia la nascita del suo nome d’arte: «Ravo in realtà è una tag, quella che utilizzavo quando ho iniziato a fare graffiti nel 1995», spiegando poi il gioco di rimandi con il marchio delle macchine pulitrici che lo divertiva negli anni dell’adolescenza.
La svolta è arrivata nel 2016 con il primo dipinto sotto il cavalcavia di Belforte a Varese, la celebre Cattura di Cristo di Caravaggio, tradotta con la tecnica spray: «Posto l’immagine su Facebook e da lì succede un gran casino… io volevo solo il mio primo articolo su VareseNews», scherza.

Il metodo: tra tradizione e innovazione
L’artista ha poi illustrato il complesso processo che porta alla realizzazione dei suoi grandi murales: dalla scelta – o più spesso proposta – del muro, alla progettazione tecnica, alla resa finale con la bomboletta spray.
Uno degli aspetti più affascinanti del suo lavoro è l’uso della squadrettatura, metodo antico applicato alla scala urbana. In anni più recenti, però, Ravo ha introdotto strumenti di realtà aumentata: «Con i nuovi occhiali AR posso applicare al muro l’immagine e ricalcarla: risparmio giorni di lavoro».
Il pubblico ha seguito con attenzione il racconto delle soluzioni adottate per rendere possibile il passaggio da una tela di un metro e ottanta a una parete di quattordici metri, dei fondi cromatici che determinano la profondità del colore, e dell’evoluzione tecnica delle bombolette spray, oggi disponibili in oltre 250 tinte.
Il rapporto con le comunità e il territorio
Un punto centrale della serata è stato il ruolo della sua arte come strumento culturale e sociale. «Cerco sempre una correlazione con il territorio, creare ponti fra le istituzioni museali e la strada», ha spiegato l’artista, sottolineando l’importanza di rendere accessibili opere e linguaggi spesso percepiti come distanti.
Particolarmente significativo il riferimento alle scuole: «Quando arrivano i ragazzi succede un cortocircuito: pensano di trovare il writer, e invece gli porto una lezione di storia dell’arte con Caravaggio, Velázquez, Tanzio da Varallo».
Per Ravo, i murales diventano così strumenti didattici permanenti, capaci di avvicinare i più giovani alla bellezza.
L’impatto dell’intelligenza artificiale
Nell’intervista con Tommaso Guidotti (nella foto sotto), uno dei temi più attesi era il rapporto di Ravo con l’intelligenza artificiale, da lui definita come una rivoluzione senza precedenti: «Di rivoluzioni ne abbiamo viste, ma una così violenta per il mio cervello non l’avevo mai subita».
L’artista la utilizza come estensione del proprio lavoro, soprattutto nella fase ideativa: genera bozzetti, rielabora riferimenti, sperimenta linguaggi ibridi che poi traduce in pittura manuale.

La sua posizione è chiara: l’IA non sostituisce l’uomo, ma lo affianca. «Noi rimaniamo umani: abbiamo bisogno di guardarci negli occhi e di vedere che quella cosa è stata fatta a mano». Un punto fermo che guida la sua pittura su muro come quella su tela.
Da Cuasso a New York: i progetti futuri
Mattoni ha anticipato alcune delle prossime realizzazioni: un grande intervento a Cuasso al Monte, nuovi muri in Francia, viaggi di lavoro negli Stati Uniti, in Giappone e in Marocco, fino ai prossimi progetti alle Bahamas.
Accanto alle committenze internazionali resta forte il legame con il territorio: «Il mio lavoro può essere uno strumento turistico, didattico, culturale. E questo mi rende felice».
L'articolo Un pensiero di Natale anche per loro: bancarelle e scatolette per i gatti dell’Enpa di Saronno sembra essere il primo su VareseNews.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




