Giornata malato oncologico, rapporto FAVO: in Italia 3,7 milioni di cittadini vivi dopo una diagnosi di tumore

Maggio 21, 2025 - 15:26
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Giornata malato oncologico, rapporto FAVO: in Italia 3,7 milioni di cittadini vivi dopo una diagnosi di tumore

La Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia ( FAVO) ha presentato il 17esimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici. Tra le richieste la nomina e l’inizio dell’attività del Coordinamento generale delle Reti oncologiche (Cro) e la definizione e la disponibilità di adeguate risorse per lo sviluppo e l’attività delle Reti oncologiche

In Italia, i cittadini che vivono dopo una diagnosi di tumore oggi sono 3,7 milioni, il 6,2% dell’intera popolazione pari a un italiano su 16. Il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi e almeno un paziente su quattro è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può ritenersi guarito. Per rispondere ai nuovi bisogni delle persone colpite dal cancro, la svolta è rappresentata dalla legge di bilancio per il 2025 che sancisce in modo esplicito il principio della partecipazione delle organizzazioni dei pazienti alle funzioni strategiche del Servizio sanitario nazionale. La norma apre la strada al coinvolgimento strutturale e istituzionalizzato delle associazioni all’interno delle reti oncologiche regionali (Ror), secondo il modello delineato dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) insieme ad Agenas.

«Attivare l’attività del Coordinamento generale delle Reti oncologiche»

Le richieste dei pazienti sono contenute nel 17mo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, presentato alla Camera a Roma nell’ambito della XX Giornata nazionale del malato oncologico, promossa da Favo e da centinaia di associazioni federate. Perché le Reti raggiungano in tutto il Paese una piena operatività e gli obiettivi previsti anche dal Piano oncologico nazionale, per Favo sono indispensabili: la nomina e l’inizio dell’attività del Coordinamento generale delle Reti oncologiche (Cro); la definizione e la disponibilità di adeguate risorse per lo sviluppo e l’attività delle Reti oncologiche; la condivisione di “una cultura e di una politica di Rete”, che si esplichi negli atti amministrativi e nella programmazione regionale; la messa in pratica effettiva della partecipazione delle associazioni dei pazienti.

De Lorenzo (FAVO): «Lavorare a principali criticità dell’oncologia»

«Con la legge di bilancio per il 2025, le organizzazioni dei pazienti e le loro federazioni diventano parte attiva del sistema sanitario – spiega il presidente Favo Francesco De Lorenzo -. La scelta del legislatore è stata coraggiosa e le implicazioni di questa novità saranno dirompenti: i pazienti potranno finalmente partecipare ai principali processi decisionali in materia di salute individuati dal ministro della Salute nonché alle fasi di consultazione della Commissione scientifica ed economica dell’Agenzia italiana del farmaco. Si tratta di una rivoluzione epocale. Non sarà più possibile progettare la sanità solo dalla prospettiva dell’offerta e dei professionisti. Queste conquiste – continua De Lorenzo – si devono anche ai risultati ottenuti da Favo per l’oncologia. La presenza delle associazioni nelle Reti oncologiche regionali, infatti, grazie a Favo è ormai da anni un elemento riconosciuto come essenziale. Vogliamo continuare la nostra battaglia per il consolidamento delle reti quale modello organizzativo capace di rispondere alle principali criticità dell’oncologia: inappropriatezza, tempi di attesa, disuguaglianze. Esistono – avvisa – ancora disomogeneità tra le Regioni e non tutte presentano lo stesso livello di coinvolgimento delle associazioni. Permangono anche difficoltà di natura burocratica, perché talvolta i processi di partecipazione sono complessi e poco accessibili alle associazioni più piccole».

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