Giovani al bivio: tra stipendio e vocazione. Cosa ci insegna Giuseppina Aliverti


Questa settimana mi ha colpito il dubbio di un giovane ingegnere appena laureato. Di quelli bravi, lucidi, curiosi. Uno che ha studiato tanto e oggi ha davanti a sé un bivio: accettare una proposta di lavoro concreta o continuare la magistrale. «La proposta è buona, i soldi anche. Ma io non mi vedo a compilare documenti. Ho bisogno di capire, di fare, di muovermi. Non voglio finire tra le scartoffie».
Non è indecisione, ma una domanda autentica: quale tipo di futuro voglio costruire? In questo dubbio ho visto un tratto comune con una donna che pochi ricordano nella nostra provincia: Giuseppina Aliverti, nata a Somma Lombardo il 4 dicembre 1894, da Carlo e Antonietta Piantanida, con due sorelle (Teresa e Rosa) a cui rimase molto legata. Cresciuta in una famiglia della media borghesia, è tra le prime italiane a laurearsi in fisica con lode, nel 1919 all’Università di Torino. Dopo anni come assistente e aiuto di Alfredo Pochettino, nel 1931 consegue la libera docenza in geofisica e meteorologia, e dal 1932 diventa docente incaricata di geodesia, geofisica e poi di fisica terrestre. È proprio a Torino che matura la sua visione e rigore scientifico.
Nel 1937 vince un concorso nazionale: diventa direttrice dell’Osservatorio Geofisico di Pavia, insegnando contemporaneamente all’Università fino al 1949. In quello stesso anno riceve il prestigioso premio decennale “Vincenzo Reina” della Società Italiana per il Progresso delle Scienze.
Successivamente si trasferisce a Napoli, assumendo nel 1949 la cattedra di meteorologia e oceanografia presso l’Istituto Universitario Navale, di cui diventa preside della Facoltà di Scienze Nautiche dal 1960 al 1970 fino al pensionamento.
Il contributo scientifico: il metodo Aliverti–Lovera. Assieme al collega Giuseppe Lovera, sviluppò un metodo quantitativo per misurare la radioattività naturale dell’aria e dell’acqua (metodo Aliverti–Lovera). Questo approccio, basato sul flusso elettrico dell’aria ionizzata, consentì di capire che l’aria vicino al suolo continentale contiene radon e prodotti del suo decadimento (a volte anche torio), mentre l’aria marina è meno radioattiva.
Lavorò su esperimenti innovativi di fisica terrestre: misure di geoide, moti vorticosi dei liquidi, proprietà elettrolitiche, elettricità atmosferica. Studiò anche la formazione degli aerosol marini e la loro influenza sulla meteorologia, guidando campagne oceanografiche tra il 1958 e il 1960.
Il carattere personale: rigore silenzioso. Autrice di oltre 150 articoli scientifici e diversi manuali universitari, era nota anche per la sua generosità nei rapporti umani. È stata una donna che ha dedicato interamente la vita alla scienza, ma senza clamori. Giuseppe Lovera, la descrive così: “Era sempre dimessamente vestita, sì che chi non la conosceva poteva pensare piuttosto a una casalinga che non a una brillante docente universitaria”. Una frase potente: una donna che non cercava visibilità, ma godeva del massimo rispetto. Una scienziata che parlava con il mondo mediante dati, misure, risultati.
Dal presente al passato: una lezione che dura. Il giovane ingegnere e la scienziata sommese non si incontrano direttamente, eppure sono legati da una medesima domanda: “Che lavoro voglio realmente fare? Chi voglio essere?” Per lui, la scelta non è tra tecnicismi e praticità: è tra sicurezza e autenticità. Lei era ferma nella sua vocazione, consapevole che il cammino giusto non era quello più in vista, ma quello più vero. Entrambi mettono in gioco ciò che conta veramente: la coerenza con sé stessi e il rispetto per ciò che si vuole diventare. E forse c’è un messaggio che supera il tempo. Non scegliere un lavoro che ti sistema. Scegli un lavoro che ti fa stare in piedi e camminare.
“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società”, Rita Levi-Montalcini.
Fonte: Per scoprire altre storie di donne italiane e internazionali, c’è un bellissimo progetto in evoluzione l’Enciclopedia delle donne, che consiglio: https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/alfabetico-biografie
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