Giù le mani dalla Corte Penale Internazionale

Lug 16, 2025 - 18:00
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Giù le mani dalla Corte Penale Internazionale

Il 17 luglio ricorre la Giornata Mondiale per la Giustizia Internazionale; la data, fissata nel 2010, fa riferimento a quando alla FAO di Roma fu adottato il trattato istitutivo della Corte Penale Internazionale nel 1998. Quest’anno un ricordo pubblico si terrà dalle 19 a Largo Ugo La Malfa al Circo Massimo. Il fatto che il documento fondativo della Corte porti il nome di Roma, non l’ha resa particolarmente popolare in Italia.

La Cpi è pressoché inesistente nel dibattito politico o pubblico o negli impegni istituzionali internazionali del Governo. Eccezione a questa regola pluridecennale – tra le varie “disattenzioni” il nostro sistema nazionale non è stato ancora totalmente aggiornato ai crimini di competenza della Corte – le scelte “contra legem” del Governo Meloni e le omissioni o negligenze del Ministro Nordio in occasione dell’arresto e immediato rimpatrio di Osama Almasri. Come ormai noto, Almasri è capo del “Apparato di deterrenza per la lotta al terrorismo e al crimine organizzato”, una delle numerose milizie su cui il governo di Tripoli riconosciuto a livello internazionale fa affidamento per gestire i campi di filtraggio dei migranti. Almasri è ricercato dalla Corte per crimini contro l’umanità. Secondo lo “Statuto di Roma” la Cpi può esercitare il proprio potere giurisdizionale se: 1) il Procuratore riceve una segnalazione da parte di uno o più Stati parte del Trattato per crimini compiuti nel proprio territorio o nel territorio di un altro Stato; 2) il Consiglio di Sicurezza dell’Onu riferisce una situazione tramite una Risoluzione (estendendo la competenza quindi anche a Stati non aderenti alla Cpi); 3) il Procuratore svolge un’indagine motu proprio.

Da febbraio scorso maggioranza e minoranza si accapigliano tra chi antepone l’interesse nazionale agli obblighi internazionali e chi ripete a pappagallo “ha mentito!”, questo gioco delle parti non consente di ampliare (almeno) la polemica ai problemi effettivi di un sistema di giustizia penale internazionale che è vittima tanto delle negligenze o distrazioni nazionali quanto di attacchi diretti da parte di chi non ne riconosce la giurisdizione. Dopo un inizio “africanocentrico” sono stati aperti procedimenti, e spiccati mandati di cattura, per individui – tutti uomini tranne la russa Maria Alekseyevna Lvova-Belova – ritenuti responsabili di violazioni del diritto umanitario internazionale dall’America latina al sud-est asiatico passando per Africa, Europa e Asia Centrale. Se le incriminazioni più note sono quelle di Putin e Netanyahu, le più recenti sono quelle della leadership talebana di Haibatullah Akhundzada, leader supremo dei Talebani e Abdul Hakim Haqqani, capo della Corte Suprema afgana. Per la Cpi ci sarebbero elementi sufficienti per ritenere che entrambi “abbiano commesso – ordinando, inducendo o sollecitando – il crimine contro l’umanità di persecuzione […] per motivi di genere, contro ragazze, donne e altre persone non conformi alla politica dei Talebani in materia di genere e identità. […] Atti di violenza diretta, ma anche forme di danno sistemico e istituzionalizzato, compresa l’imposizione di norme sociali discriminatorie”. Haqqani, tra le altre cose, guidò il team dei Talebani ai “colloqui di pace” di Doha nel 2019-21…

La notizia della richiesta di arresto dei due talebani è arrivata nel giorno in cui la Federazione russa, guidata da un ricercato della giustizia internazionale, aveva riconosciuto formalmente i Talebani come legittimi e legali rappresentanti dell’Afghanistan – chi si somiglia si piglia. Oltre a sfidarsi in Aula o in TV, bisognerebbe che si pretendesse l’applicazione dello Statuto di Blocco dell’UE (Regol. (CE) n. 2271/96 del Consiglio) per almeno proteggere la Corte dalle sanzioni USA che mirano a comprometterne l’operato. Di questo, come di Ucraina, Filippine, Myanmar, Palestina, Mali ecc, si parlerà il 17 luglio al raduno promosso da Eumans e Non c’è pace senza giustizia dove ci saranno anche persone che quell’estate del 1998 se la sono passata alla FAO.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia