Gli Stati Uniti minacciano ritorsioni contro le big tech europee dopo le multe del DSA

Dicembre 17, 2025 - 15:31
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L'amministrazione statunitense ha irrigidito il confronto con l'Unione europea sul fronte della regolazione tecnologica. In un post pubblicato su X, l'Office of the United States Trade Representative, l’agenzia federale che definisce e negozia la politica commerciale degli Stati Uniti, ha accusato l'UE e alcuni Stati membri di aver portato avanti “un corso continuativo di cause legali, tasse, multe e direttive discriminatorie e vessatorie” contro i fornitori di servizi statunitensi.

Secondo Washington, le società americane offrono servizi gratuiti a milioni di cittadini europei e servizi enterprise alle imprese dell'UE, sostenendo milioni di posti di lavoro e oltre 100 miliardi di dollari di investimenti diretti in Europa, senza però ricevere negli anni “un coinvolgimento significativo né un riconoscimento di base” delle preoccupazioni statunitensi.

Nel post, l'USTR sottolinea il contrasto con la situazione opposta: i fornitori di servizi europei avrebbero potuto operare liberamente negli Stati Uniti per decenni, beneficiando di un accesso al mercato americano su un piano di parità. Tra le aziende europee citate esplicitamente come beneficiarie di questo accesso figurano Accenture, Amadeus, Capgemini, DHL, Mistral, Publicis, SAP, Siemens e Spotify.

Il post avverte che, se l'UE continuerà a "restringere, limitare e scoraggiare" la competitività dei servizi statunitensi, gli Stati Uniti "non avranno altra scelta che utilizzare ogni strumento a loro disposizione" per reagire. La legge americana, viene precisato, consente l'imposizione di tariffe o restrizioni sui servizi stranieri, un approccio che Washington intende adottare anche verso altri Paesi che dovessero seguire una "strategia in stile UE".

Questa presa di posizione arriva dopo anni di interventi regolatori europei che hanno colpito le grandi piattaforme statunitensi e a poche settimane dalla multa da circa 140 milioni di dollari inflitta a X nell'ambito del Digital Services Act, oltre a nuove indagini e sanzioni che negli ultimi anni hanno interessato Google, Apple, Amazon, Microsoft e Meta.

In una dichiarazione inviata al New York Times, la Commissione europea ha respinto le accuse. Il portavoce Thomas Regnier ha ribadito che le regole dell'UE "si applicano in modo equo e imparziale a tutte le aziende che operano nell'Unione" e che Bruxelles continuerà a farle rispettare "senza discriminazioni", confermando al tempo stesso l'intenzione di proseguire il dialogo con Washington sull'attuazione dell'accordo commerciale in discussione.

Il confronto si inserisce in un momento delicato delle relazioni transatlantiche nel 2025. Il presidente Trump ha criticato duramente l'UE dopo la multa a X, avvertendo che "l'Europa deve stare molto attenta", mentre Bruxelles ha avviato nuove indagini su diversi gruppi tecnologici statunitensi. Sullo sfondo restano le tensioni più ampie su commercio e politica industriale, con la regolazione digitale che, per Washington, continua a rappresentare uno dei principali nodi irrisolti nei rapporti con l'Unione europea.


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Redazione Redazione Eventi e News