Guadix, la Capitale delle rocce dove case troglodite creano paesaggi surreali

Guadix non assomiglia a nessun altro posto dell’Andalusia. Da lontano sembra un ammasso di colline color ocra, spaccate dal sole e dal vento; poi ci si avvicina e ci si accorge che quelle rocce “parlano”. Sotto la terra si aprono porte, finestre, camini: le case troglodite, scavate nel tufo, formano un labirinto silenzioso e vivo.
Qui le persone abitano dentro la montagna, al riparo dal caldo feroce e dal freddo della Sierra Nevada, in un equilibrio che sembra sospeso nel tempo. Guadix è una città che si è adattata alla pietra, e non il contrario. Camminarci dentro è come attraversare un miraggio che, invece di dissolversi, si fa sempre più reale.
Le case troglodite di Guadix
Le case troglodite di Guadix sono una lezione di adattamento, scolpita nella terra. Qui la gente non ha costruito sopra il paesaggio: lo ha scavato, abitato e trasformato in casa. Tutto nasce da un terreno unico, un tufo argilloso facile da modellare ma resistente, e da un clima estremo che costringeva a cercare rifugio dal sole cocente dell’estate e dal gelo invernale della Sierra Nevada.
Così, secoli fa (probabilmente già in epoca araba, e poi dopo la Reconquista) gli abitanti iniziarono a farsi spazio nella roccia. Ci vivevano famiglie povere, contadini e moriscos espulsi dalle città, ma col tempo quel modo di abitare è diventato una scelta, quasi un orgoglio. Oggi, infatti, tra le grotte di Guadix ci vivono ancora più di duemila persone.
Le facciate bianche di calce e i comignoli che spuntano dal terreno disegnano un paesaggio surreale, dove la terra respira e sembra quasi muoversi. Queste case sono speciali perché mantengono una temperatura costante tutto l’anno, tra i 18 e i 20 gradi, e perché raccontano un equilibrio raro tra uomo e natura.

Barrio de las Cuevas
È il cuore pulsante di Guadix, il quartiere troglodita più grande d’Europa. Un dedalo di sentieri, colline e comignoli, in cui ogni casa affiora appena dalla terra. Fare una passeggiata da queste parti è come attraversare un villaggio segreto, sospeso tra il reale e l’immaginario. Nel Barrio, molte “grotte” sono ancora abitate; altre si possono visitare, spesso trasformate in piccole case-museo o alloggi dove dormire letteralmente sotto la montagna.
Centro de Interpretación de las Cuevas
Per capire come tutto questo funziona, il Centro de Interpretación de las Cuevas è la tappa giusta. Si trova nel cuore del quartiere e occupa una vera casa-grotta, arredata come un tempo: cucina annerita dal fumo, pareti bianche di calce, strumenti di lavoro appesi alle nicchie. Dentro si scopre come venivano scavate le case, come si gestiva la luce, l’aerazione e la temperatura. È un luogo semplice ma essenziale, che racconta più di mille spiegazioni.
Cos’altro vedere a Guadix
Appena si lascia il quartiere delle caverne, la città cambia respiro. Le colline si aprono e compaiono torri, piazze e facciate di pietra che raccontano un’altra storia, quella nobile e religiosa di una città che è stata araba e cristiana tutto insieme. Passeggiando tra i vicoli del centro si passa dal silenzio della terra scavata al suono delle campane e delle voci nei caffè: un contrasto che rende Guadix ancora più viva e sorprendente.
Cattedrale de la Anunciación (o de la Encarnación)
Imponente, dorata e un po’ teatrale, la Cattedrale di Guadix domina la città con la sua facciata barocca che riflette la luce in mille sfumature. Sorge dove un tempo si trovava la moschea principale, e questo si sente: è un edificio che nasce dal dialogo tra culture. Dentro, le volte altissime e il coro intagliato in legno scuro raccontano secoli di fede e di potere. Salendo sulla torre, lo sguardo abbraccia tutto.
Alcazaba
Silenziosa, un po’ dimenticata e anche in rovina, l’Alcazaba è la parte più antica di Guadix. Costruita dagli arabi intorno al X secolo, troneggia sulla città con le sue mura color sabbia e la torre quadrata che resiste al vento e al tempo. Dall’alto si può ammirare il dedalo bianco delle grotte, la cattedrale e le montagne lontane. Non c’è molto da visitare dentro, ma il fascino si percepisce nel silenzio delle pietre e nella sensazione di essere sospesi tra passato e infinito.
Barrio de Santiago
È uno dei quartieri più autentici del centro storico, ancora fedele alla sua impronta araba. Le strade si stringono, le case si toccano quasi, e tra un arco e una piazzetta spunta sempre un balcone fiorito. Qui si sente la vita quotidiana, quella che non ha bisogno di decorazioni.
Plaza de la Constitución (detta de las Palomas)
Cuore del centro cittadino, la Plaza de las Palomas è il punto d’incontro di tutti. Bar all’aperto, chiacchiere, bambini che corrono e il suono delle campane della cattedrale che scandisce il tempo. Attorno ci sono palazzi eleganti e arcate che raccontano un passato di commerci e nobiltà.
Miradores de la Magdalena e del Fin del Mundo
Da questi punti panoramici, Guadix si rivela in tutta la sua stranezza. Dal Mirador de la Magdalena si vedono i tetti della città vecchia e le colline che nascondono le grotte; dal Mirador del Fin del Mundo, invece, lo sguardo si perde in un canyon immenso, scolpito dal vento e dal tempo.
Dove si trova e come arrivare
Nel punto in cui la Sierra Nevada della Spagna comincia a cedere al deserto, la terra si apre in distese color ruggine e canyon che sembrano scolpiti da mani antiche. È lì che si nasconde Guadix, incastonata tra le montagne e l’altopiano granadino, in una zona che ha più il respiro del silenzio che quello delle città.
Per arrivarci si percorre la A-92, la lunga strada che unisce Granada ad Almería. Il viaggio è parte dell’esperienza: l’asfalto taglia colline spoglie, campi bruciati dal sole e villaggi dove il tempo sembra muoversi piano. Ci sono anche treni regionali e autobus che collegano Guadix a Granada, ma la macchina resta la scelta più libera, in quanto quella che permette di deviare o fermarsi a guardare un tramonto o una collina. Chi vola può atterrare a Granada o Almería, entrambe a poco più di un’ora di distanza.
Qual è la tua reazione?






