Il bilancio comunale diventa un’ultramaratona, ostruzionismo dell’opposizione: “Vogliamo la sindaca sempre presente”

Genova. Più che una maratona, una ultramaratona, la votazione del bilancio di previsione del Comune di Genova a causa dell’ostruzionismo dell’opposizione e dell’impossibilità di arrivare a un accordo con la maggioranza sulle modalità di discussione dei quasi 950 tra ordini del giorno ed emendamenti presentati sulla manovra.
Il cosiddetto filibustering non è una certo una novità in sala rossa – negli anni passati era il centrosinistra a metterlo in atto, soprattutto nelle sedute di bilancio – ma data la volontà della minoranza di votare uno per uno gli 887 ordini del giorno (14 dei quali dichiarati inammissibili) e i 52 emendamenti, sono state stimate oltre 60 ore di lavoro che renderanno necessaria la prosecuzione a oltranza delle sedute per sperare di approvare il bilancio entro la fine della settimana. L’allungamento dei tempi, e i relativi straordinari per gli uffici comunali, tra le altre cose, rappresentano un aggravio di costi pubblici che potrebbe valere alcun decine di migliaia di euro.
Lo scontro tra le parti si è inasprito in una riunione dei capigruppo nella giornata di martedì, nel corso della prima di quattro sedute: la minoranza, in quell’occasione, ha fatto capire che avrebbe accettato un accorpamento delle votazioni dei documenti solo se la sindaca, Silvia Salis, avesse garantito la propria presenza per tutto il tempo della discussione, cosa non possibile per impegni di agenda inderogabili già presi dalla prima cittadina.
Non solo. Le opposizioni hanno anche puntato il dito contro alcune interviste e registrazioni sui social network fatte dalla stessa sindaca durante la seduta. La giunta ha respinto la richiesta e, in particolare, per prima, la capogruppo di Fdi Alessandra Bianchi ha detto che, di fronte a quel muro contro muro, si sarebbe votato un ordine del giorno per volta. Da regolamento, infatti, basta che un singolo consigliere si opponga all’accorpamento delle votazioni per renderlo impossibile. In realtà, secondo indiscrezioni, gli animi si sarebbero ulteriormente accesi attorno a questioni personali, cosa che ha abbassato ulteriormente le chance di arrivare a un accordo.
Questa mattina il muro contro muro si è concretizzato ulteriormente quando il presidente del consiglio comunale, Claudio Villa – per “arrivare all’obiettivo di votare nei tempi il bilancio della città” ha detto – ha deciso di ridurre drasticamente il tempo a disposizione per l’illustrazione dei documenti da parte dei gruppi, concedendo da un minimo di 10 a un massimo di 20 minuti per gruppo. Uno dei gruppi più penalizzati è stato, ad esempio, quello della Lega, che con oltre 200 ordini del giorno presentati, avrebbe avuto diritto a 130 minuti di intervento.
La mattinata di oggi è trascorsa tra bagarre, interruzioni, riunioni dei capigruppo e attacchi da parte dell’opposizione alla conduzione dei lavori e persino alla decisione del segretario generale, Pasquale Criscuolo, di ritenere inammissibili 14 su 887 ordini del giorno. Lo stesso Criscuolo, piuttosto alterato, ha affermato: “Trovo francamente assurdo che si parli di discriminazioni con queste cifre, a mia memoria un fatto del genere non è mai avvenuto”.
Stamani è intervenuta anche la sindaca Silvia Salis, punzecchiata dalla minoranza per essere arrivata con circa un’ora di ritardo alla seduta (Salis era impegnata nei tradizionali saluti di Natale con l’arcivescovo di Genova Marco Tasca): “Vorrei fosse chiaro che non è dovere di un sindaco rendere conto della propria agenda, per forza di cosa ricca di impegni istituzionali in questa fase dell’anno, ai consiglieri di minoranza”.
In mattinata l’opposizione aveva inizialmente convocato una conferenza stampa a oggetto “arbitraria gestione dell’aula consiliare e sistematica menomazione dei diritti della minoranza nel corso della discussione sul bilancio comunale”, per poi annullarla un paio d’ore dopo.
Dopo l’approvazione, ieri, delle delibere su Imu, Irpef e tassa sui passeggeri delle navi la votazione del bilancio entra quindi nel vivo, tra mille incognite legate a nuove iniziative di protesta da parte dei consiglieri di opposizione (che esigono che la seduta di oggi e quella di domani si chiuda alle 20), la possibilità di momenti in cui verrà meno il numero legale e la prospettiva di almeno tre giorni e tre “notti” in sala rossa. A meno che, nelle prossime ore, minoranza e maggioranza non raggiungano il tanto anelato accordo.
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