Innovazione in vigna, per consumare meno materie prime

Ecco le soluzioni ideate da due startup italiane, accelerate ora da FoodSeed, per rendere i filari più resistenti, ma in maniera il più naturale possibile
Il settore vitivinicolo chiama a sé le migliori menti, e tecnologie, per trovare risposte alla crisi climatica che incombe sui 696.000 ettari di vigneti italiani (fonte Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini).
Da una parte il riscaldamento globale sta modificando tempi e metodi di produzione e, in casi più estremi, danneggiando il raccolto. Dall’altra, periodi prolungati di siccità riducono la disponibilità di acqua per le viti in Abruzzo, Campania e Marche.
Si parla di perdite produttive che hanno superato, a volte, il 40% del raccolto. Infine, eventi estremi fuori stagione, come geli, grandinate e nubifragi, rendono sempre più difficile pianificare la gestione agricola, compromettendo la qualità delle uve e incidendo sulla competitività del settore.
Secondo recenti stime, il settore vitivinicolo italiano ha subito perdite superiori a 1 miliardo di euro solo nell’ultimo anno. Così ecco trovare buona fortuna sulla propria strada due realtà italiane impegnate a rivoluzionare la viticoltura con tecnologie sostenibili e innovative: si tratta di BeadRoots e di Agreen Biosolutions.
Le due startup innovative sono entrate in FoodSeed, programma di accelerazione AgriFoodtech della Rete Nazionale di Cdp Venture Capital Sgr, realizzato con il supporto di Fondazione Cariverona, UniCredit ed Eatable Adventures.
Soluzioni biobased per la gestione dei vigneti
In particolare BeadRoots, startup biotecnologica con sede a Lecce, ha sviluppato polimeri superassorbenti di origine naturale in grado di migliorare la ritenzione idrica del suolo e di rilasciare gradualmente l’acqua alle radici delle viti, contenendo l’evaporazione.
Questa soluzione permetterebbe di ridurre il consumo idrico fino al 40%, aiutando i viticoltori a fronteggiare la sempre più frequente siccità.
I polimeri, oltre a essere 100% biodegradabili, contribuiscono inoltre al miglioramento della fertilità del suolo senza lasciare residui nocivi e stimolano la presenza di batteri benefici, con effetti positivi anche sulla produttività delle viti.
I primi test su colture vitivinicole stanno dimostrando come gli idrogel possano rappresentare un alleato strategico nelle aree più colpite dalla siccità.
Difese naturali a sostegno della produzione
Agreen Biosolutions ha invece sede a Udine dove ha ideatp Oz.On, un innovativo olio ozonizzato che aumenta del 30% la resistenza delle piante agli stress climatici e potenzia le loro difese naturali contro parassiti e malattie.
Questa tecnologia permetterebbe di ridurre fino al 50% l’uso di pesticidi chimici, offrendo un’alternativa più sostenibile per i viticoltori e migliorando la qualità delle uve senza impattare negativamente sull’ambiente.
Un prodotto biostimolante, che agisce sia in fase preventiva che curativa e offre una risposta concreta alle richieste europee in termini di riduzione dell’impatto ambientale.
Anche dal punto di vista economico questa soluzione promette buone cose. Il mercato darà il suo responso a breve.
Crediti immagine: Depositphotos
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