Intervista con Mario Zinno, tra i protagonisti della serie “Pesci Piccoli”: “Il mestiere dell’attore è un gioco molto serio”

Lug 15, 2025 - 19:30
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Intervista con Mario Zinno, tra i protagonisti della serie “Pesci Piccoli”: “Il mestiere dell’attore è un gioco molto serio”

“Lavorare con i The Jackal è un’esperienza esaltante. Immergersi nel loro mondo colorato dove talento e professionalità sono il punto di forza, è stata una gioia per uno curioso e minuzioso come me”. Mario Zinno è tra i coprotagonisti di Pesci Piccoli, la serie dei The Jackal prodotta da Amazon Prime Video, nel ruolo di Alfredo, un timido programmatore, tenero, eternamente inadeguato e in sottrazione col mondo, che ritrova in questo gruppo di lavoro sgangherato una ragione per evadere la sua vita mite, forse un po’ anonima e profondamente consuetudinaria. Alfredo ama intensamente i suoi colleghi, la sua vera famiglia, nonostante sia la vittima prescelta e sacrificale dell’intera agenzia, soprattutto di Frù, al quale non si oppone minimamente.

Dal teatro alla serialità televisiva, per l’attore, cantante e musicista Mario Zinno è un anno davvero ricco di impegni. Ha preso parte all’opera lirica “Lo Spartito Magico” e a “Masaniello” nei panni di Naclerio, mentre quest’estate sarà in giro per l’Italia con lo spettacolo di teatro canzone “La porta dei baci”.

Mario, è tra i coprotagonisti della serie “Pesci piccoli” nel ruolo del programmatore Alfredo, come si evolverà il suo personaggio nella seconda stagione?

“In questa appassionante seconda stagione si racconteranno nuove storie che metteranno, ancora una volta, a dura prova l’intero ufficio e reparti della Three of us con clienti assurdi e richieste improbabili. Le trame s’infittiscono con una drammaturgia più matura e, anche il timido Alfredo, saprà fronteggiare ogni dura prova, insieme ai suoi inseparabili amici. Quello che nella prima stagione era un impacciato programmatore in eterna sottrazione con il mondo, inizierà a dimostrarsi più intraprendente e coinvolto, ma soprattutto, incuriosito sempre più dal mondo che prima lo spaventava. Tra sequenze animate, Compliment club, Melevisione, ne subirà comunque di tutti i colori”.

Com’è stato lavorare con i The Jackal e cosa l’ha più incuriosito del loro mondo?

“Lavorare con i The Jackal è un’esperienza esaltante. Immergersi nel loro mondo colorato dove talento e professionalità sono il punto di forza, è stata una gioia per uno curioso e minuzioso come me. Ogni reparto della The Jackal, guidato da grandi professionisti, affronta il proprio compito con estrema rigorosità ma sempre in un’atmosfera gioiosa e rilassata. Questo è stato il mood anche durante le riprese di Pesci Piccoli. Una squadra supercollaudata. Non a caso nel mondo dei social sono i numeri uno”.

Ha esordito giovanissimo nel film ‘Diario napoletano’, diretto da Francesco Rosi, che ricordo conserva?

“È stato il mio primo set, e di quei giorni conservo un ricordo assolutamente nitido ma, soprattutto, di come sono stato ‘scelto’. Ero appena quattordicenne, passeggiavo da solo su via Partenope quando mi accorsi d’esser inseguito da qualcuno. Quel ‘qualcuno’ scoprii poi essere Sandro Dionisio, casting director del film Diario napoletano. Spaventato, mi rifugiai nel Castel dell’Ovo. All’interno c’era la signora Bianca, moglie di Nunzio Gallo; erano in corso gli spettacoli dei figli Gianfranco e Massimiliano dove io, durante uno dei numeri, accompagnavo al piano alcuni momenti dello spettacolo. Le raccontai tutto e preoccupata stava quasi per chiamare la polizia quando Sandro si palesò, tranquillizzando me e la signora Bianca, chiedendomi se avessi voluto partecipare, il giorno dopo, alle riprese di un film. Era quello il motivo dell’inseguimento. Il giorno dopo ero su un set con un grande del cinema italiano ed internazionale, Francesco Rosi. Il mio primo ruolo, Mario Cuomo, giovane rapinatore. Fu un’esperienza incredibilmente forte per un ragazzino che fino a qualche giorno prima aveva solo sognato. Stavo volando, e mi sentivo talmente a mio agio su quel set che volli comunicarlo anche a Francesco. Lo trovai seduto al riparo del sole. Lui mi ascoltava, ma non rispondeva. Capii perchè. Eravamo in una pausa del film e stava dormendo! Aveva indossato degli enormi occhiali scuri con sopra dipinti finti occhi spalancati e attenti, e credevo mi ascoltasse. Risi tantissimo, ma non si svegliò. Da allora capii che questo mestiere era un gioco, un gioco molto serio. E da allora non faccio che giocare”.

Recentemente ha preso parte all’opera lirica “Lo Spartito Magico” e allo spettacolo Masaniello nei panni di Naclerio. Che esperienze sono state?

“Entrambe esperienze fantastiche. Ne Lo Spartito Magico, di Sergio Cirillo, ho potuto cantare arie bellissime, scritte con la sapienza e la conoscenza di chi sa veramente scrivere musica per cantanti, senza perdere in bellezza e in drammaturgia. Il Masaniello di Elvio Porta, con la regia di Armando Pugliese ripresa da Bruno Garofalo, è stato per me un grande regalo e un grande riconoscimento. Far parte di questo capolavoro e di questa Compagnia, che ha fatto la storia del teatro Italiano con la prima edizione del ’76 e quella successiva del ’97 sino a quella odierna è, per chi ha la fortuna d’esserci, un attestato in vita di riconoscenza per il lavoro svolto. Sono grato a Bruno Garofalo e a Rosario Imparato, produttore dello spettacolo, per avermi voluto all’interno del cast e con un bellissimo ruolo, Naclerio, eletto del popolo, personaggio infido e strisciante ricco di sfumature e molto controverso”.

Nella sua carriera è stato diretto da celebri registi e ha recitato con tanti artisti, da Massimo Ranieri a Giorgio Albertazzi, da Ottavia Piccolo a Lina Sastri e Marisa Laurito. Ci racconta qualche aneddoto?

“Ho avuto l’onore e la fortuna di lavorare davvero con dei mostri sacri dello spettacolo. Gli aneddoti sarebbero tanti, troppi da ricordare e, forse, qualcuno da tenere gelosamente custodito. Ma qualcosa di tenero si può condividere, come quella volta in cui ero in scena con Giorgio Albertazzi ad Assisi. La sera, a cena dopo lo spettacolo, raccontai a Giorgio di quanto fossi legato alla città di Assisi ed alla figura di San Francesco, essendo stato protagonista, per un intero anno, di un musical internazionale, “Francesco il Musical”, firmato da premi Oscar come Vincenzo Cerami, Dante Ferretti, Gabriella Pescucci. Chiudemmo così la nostra chiacchierata, e a letto! Il giorno seguente ci aspettava una nuova recita ad Assisi. Appuntamento con Giorgio, come sempre, al mattino per la colazione. Ma Giorgio non c’era. Mi preoccupai un pò. Chiesi al direttore dell’albergo e mi informò che il signor Albertazzi era uscito prestissimo al mattino. Dopo alcuni minuti, eccolo sbucare dall’uscita della basilica di San Francesco sventolando un foglio tra le mani. Era andato a recuperare il testo del Canto dei Cantici di San Francesco. Gli andai incontro e lui disse: “Questa sera la recito per te”. La sera, durante lo spettacolo, me lo dedicò. Fu un’emozione grandissima. Porterò sempre dentro di me, come un immenso dono e tesoro, la bellezza, la poesia, lo stupore, la passione, i valori, la determinazione con cui, questi grandi artisti, hanno portato avanti la loro carriera come una missione, sacrificandosi per amore dell’arte”.

In quali progetti sarà prossimamente impegnato?

“In questi giorni sto scrivendo il mio prossimo spettacolo di teatro-canzone, un genere al quale sono profondamente affezionato, dal titolo “La porta dei baci”. È un omaggio ai 12 milioni di persone che hanno sfidato il mare durante la seconda grande emigrazione per cercare fortuna in America, tra cui tantissimi italiani, molti meridionali. Lo spettacolo debutterà in agosto per poi continuare il suo viaggio durante tutta la stagione 2025/26. A settembre inizierò una proficua collaborazione con il teatro Diana con una serie di spettacoli dedicati al mondo dei più giovani. Si riprenderà poi il Masaniello per diverse recite a partire da settembre, e diversi altri impegni, anche cinematografici, che man mano si stanno delineando ma di cui, purtroppo, non posso ancora anticipare nulla”.

di Francesca Monti

Si ringrazia Virginia Maresca

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