iOS 26 censura la nudità su FaceTime, anche per gli adulti?

Lug 3, 2025 - 17:30
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iOS 26 censura la nudità su FaceTime, anche per gli adulti?

iOS 26 sta per arrivare e con lui una funzione che fa discutere: il riconoscimento automatico della nudità. Quello che nasce per proteggere i bambini rischia di diventare il Grande Fratello digitale anche per gli adulti. Apple sta andando troppo oltre?

iOS 26 censura la nudità su FaceTime: Apple decide cosa possiamo vedere

La nuova “Sicurezza delle comunicazioni” di iOS 26 è un algoritmo che monitora costantemente le videochiamate su FaceTime e gli album foto condivisi. Quando rileva la nudità, scatta la censura automatica: schermo bloccato, audio e video disattivati, messaggio di avviso. A quel punto si può scegliere se terminare la chiamata o continuare. Ma il danno è fatto: l’algoritmo ha già deciso per noi cosa è appropriato vedere.

La funzione si estende anche alle foto condivise, dove la nudità viene automaticamente sfocata. Apple dice che è per proteggere i bambini, ma la tecnologia non distingue tra un minore e un adulto che usa un account “per bambini”.

Il paradosso degli account adulti per “bambini”

Qui nasce il problema. Apple vieta ufficialmente agli under 13 di avere un account, ma permette agli adulti di creare account “per bambini” che attivano automaticamente queste restrizioni. Il risultato? Adulti consenzienti che si ritrovano censurati da un algoritmo mentre fanno videochiamate private. È un bug o una strategia deliberata di Apple per estendere il controllo anche agli adulti? Per ora l’azienda non ha chiarito, e ha lasciato gli utenti nel dubbio.

Quando un algoritmo di intelligenza artificiale decide per noi…

L’algoritmo analizza tutto in tempo reale sul dispositivo. Apple assicura che non riceve alcun dato e che l’analisi rimane locale, ma questo non cambia la sostanza: c’è un software che decide costantemente cosa possiamo vedere e cosa no.

La funzione non è attiva di default per gli account normali, ma si attiva automaticamente su quelli “per bambini”. Il problema è che molti adulti potrebbero ritrovarsi con questa censura senza averla scelta.

Apple ha sempre fatto della privacy la sua forza, ma questa funzione solleva interrogativi inquietanti. Quando la protezione diventa controllo? Quando la sicurezza diventa censura? Gli utenti hanno già fatto sentire la loro voce: non vogliono che un’azienda decida per loro cosa è appropriato guardare, anche se si chiama Apple. L’intenzione di proteggere i bambini è da apprezzare, ma estendere questo controllo agli adulti sarebbe eccessivo.

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