La competizione tra Schlein e Conte danneggia il campo largo, e fa felice Meloni

Novembre 29, 2025 - 08:00
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La competizione tra Schlein e Conte danneggia il campo largo, e fa felice Meloni

La trovata di Giorgia Meloni – pensare di sostituire al confronto tra lei e Elly Schlein quello tra Elly Schlein e Giuseppe Conte – è stata un mix di infantilismo e di maleducazione politica che come tale va archiviato in una vecchia scatola di scarpe. Ma resta un’evidenza che anche i bambini conoscono: la competizione tra la segretaria del Partito democratico e il capo del Movimento 5 stelle per la premiership.

Questo problema rischia di diventare il fantasma che inseguirà il campo largo per mesi e mesi, perché ogni volta che Schlein dirà una cosa, la premier e i suoi seguaci maramaldi le chiederanno: ma chi sei, la leader del tuo campo? E ogni volta che l’avvocato del popolo scandirà una frase, tutti gli domanderanno: ma sta parlando da candidato presidente del Consiglio? Col sottotesto ovvio: ma l’altro è d’accordo con quello che sta dicendo?

Sarà uno stillicidio, un tormentone, un incubo da teatro dell’assurdo come quando una decina d’anni fa Roberto Giachetti inseguiva Silvio Berlusconi travestito da coniglio. Ora, gli strateghi del centrosinistra risolvono il problema teorizzando che non è la cosa più importante. Che il nome si vedrà poi, ovviamente insieme. Vi insiste, col suo argomentare al confine esatto tra ragionevolezza e ovvietà, Pier Luigi Bersani, per il quale «la nostra gente» vuole sapere di programmi eccetera, cosa giustissima ma esile: la gente, non solo la sua ma quella comune, vorrebbe capire chi salirà a Palazzo Chigi se dovesse vincere il campo largo, e vorrebbe saperlo adesso. E non per una curiosità morbosa, ma per una ragione molto più politica: chiunque sia il designato o la designata avrà bisogno di tempo per consolidare una leadership nel Paese capace di reggere lo scontro con Meloni, che invece gode del vantaggio inestimabile dell’incumbency e di tre anni di presidio a Palazzo Chigi.

Anche Goffredo Bettini sostiene che la scelta del candidato al governo va fatta dopo, altrimenti «si fa confusione». Ma la confusione è adesso, nel regno dell’incertezza. Cosa c’è da aspettare? Cos’è che blocca la scelta del candidato premier? La risposta è semplice: è soprattutto colpa di Conte. È lui che non vuole aprire questo dossier perché fino alla fine farà ballare Elly con continui stop and go, le farà sudare freddo a ogni occasione con il recondito ricatto di portarsi via il pallone e di andare a giocare da solo, la intimorirà sul piano del programma – del tipo: o accetti questo o non se ne fa nulla –, insomma si appresta a vivere un anno e più nella parte di Ghino di Tacco, a maggior ragione essendo oggi il Partito democratico più rinfrancato si divertirà a vendere cara la pelle.

Dunque, è Conte che sta mettendo i bastoni tra le ruote. Questo è oggi il problema politico del centrosinistra che la furba Meloni ha squadernato col trucchetto di Atreju. Per questo servirebbe una segretaria del Pd, adesso più forte di prima, che fosse pronta a rompere gli indugi e a farla finita con i rinvii e le vecchie-nuove democristianerie perditempo. Una Elly Schlein più testardamente coraggiosa, diciamo.

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Redazione Redazione Eventi e News