La dipendente licenziata dal Circolo Canottieri di Roma, e la peculiarità delle associazioni esclusive

«Allora datore di lavoro che fa, licenzi?». Questa semi citazione di Fantozzi è tornata di moda dopo che una dipendente addetta alle pulizie del Circolo Canottieri di Roma è stata licenziata in tronco dopo oltre vent’anni di servizio. La signora è stata estromessa dal Circolo perché avrebbe apostrofato con toni irrispettosi una socia del club, utilizzando il “tu” al posto del più consono “lei”, peraltro nei confronti di una donna incinta. Questa è la versione dell’azienda.
La lavoratrice sostiene di essersi rivolta con garbo e si è rivolta al Tribunale per contestare la legittimità del licenziamento irrogato. Il caso richiama questioni ricorrenti in tema di licenziamenti disciplinari tra le quali c’è sicuramente la scelta riguardante la sanzione da applicare in caso di condotte irrispettose. Quando il dipendente adotta atteggiamenti offensivi nei confronti di un superiore gerarchico può ravvisarsi una violazione dei doveri di diligenza e obbedienza del lavoratore che potrebbe giustificare il licenziamento. La questione, però, è più complessa quando gli atteggiamenti insolenti sarebbero rivolti verso i clienti. In questo caso, si distingue spesso tra dipendenti addetti a mansioni che prevedono un contatto con il pubblico e lavoratori impiegati in attività interne all’azienda.
Il Circolo ha giustificato il provvedimento espulsivo affermando che l’episodio rappresenta la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. La lavoratrice, infatti, aveva già ricevuto «quattro richiami, di cui due gravi», per precedenti episodi di insubordinazione e numerosi ritardi. Se provati, questi elementi rafforzano la giustificazione del licenziamento, perché evidenziano una recidiva, ossia una reiterazione di comportamenti non conformi al regolamento interno e ai doveri contrattuali. In ogni caso, è sempre necessario valutare la proporzionalità tra le eventuali violazioni della dipendente e il provvedimento espulsivo dell’azienda.
Questo episodio fa emergere la peculiarità del diritto del lavoro nei diversi contesti aziendali. Condotte che in alcuni ambienti possono essere considerate normali, in associazioni esclusive sono in grado di determinare la volontà di licenziare un dipendente. Anche in questo caso, però, è fondamentale bilanciare il comportamento contestato al lavoratore con la sanzione disciplinare decisa dall’azienda per evitare di ricevere brutte sorprese davanti al Giudice del lavoro.
*La newsletter “Labour Weekly. Una pillola di lavoro una volta alla settimana” è prodotta dallo studio legale Laward e curata dall’avvocato Alessio Amorelli. Linkiesta ne pubblica i contenuti ogni settimana. Qui per iscriversi
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