Loison: artigianalità, qualità e una strategia vincente nei mercati esteri
Loison racconta la sua strategia basata su qualità artigianale, innovazione digitale ed export in oltre 70 Paesi, con prodotti continuativi oltre la stagionalità.
La strategia Loison tra valore artigiano e mercati internazionali
“Dalla selezione diretta delle materie prime alla digitalizzazione dei processi e allo sviluppo dell’e-commerce, abbiamo trasformato la nostra esperienza artigianale in un modello di crescita solido e coerente. Qualità, efficienza e lungimiranza guidano oggi Loison Pasticceri dal 1938 in oltre 70 Paesi”.
Dario Loison racconta come cultura del prodotto, innovazione digitale e attenzione al servizio abbiano dato forma a un’impresa che guarda lontano.
Qualità riconosciuta
Loison è riconosciuta per l’eccellenza degli ingredienti e l’eleganza del packaging. Come riuscite a coniugare qualità intrinseca e qualità percepita per conquistare i gusti dei clienti?
“Riusciamo a coniugare qualità intrinseca e qualità percepita attraverso una strategia che unisce una minuziosa cura della materia prima, grande artigianalità e identità distintiva.
La qualità intrinseca nasce dalla selezione diretta degli ingredienti migliori: acquistiamo frutta fresca dai produttori che lavorano su misura per noi, ad esempio per la canditura, garantendo così un controllo totale della filiera. Questo approccio ci consente di ottenere un ingrediente personalizzato e di altissimo livello, che si traduce in un prodotto dal gusto unico.
Parallelamente, la qualità percepita viene costruita attraverso un packaging elegante e riconoscibile, firmato dalla direzione creativa di Sonia Pilla. L’attenzione al design, ai materiali e ai dettagli – dal fiocco al colore – trasmette al cliente un’esperienza sensoriale completa, che va oltre il gusto e comunica valore, raffinatezza e unicità”.
Presenza nei mercati italiani ed esteri
Come riuscite a rafforzare la presenza nei mercati italiani ed esteri e a distinguervi dagli altri produttori gourmet?
“Crediamo che la differenza stia nella coerenza e nella capacità di raccontare il nostro prodotto.
Questa sinergia tra sostanza e forma rafforza la nostra presenza sui mercati italiani ed esteri, parlando un linguaggio universale fatto di eccellenza e bellezza.
In un settore sempre più competitivo, il nostro modo di distinguerci non è gridare più forte, ma raccontare con equilibrio e stile la nostra identità, offrendo un prodotto che sa emozionare prima con gli occhi, poi con il palato”.
Rischio dazi e barriere commerciali
L’export vale circa il 65% del giro d’affari. Come affrontate i rischi legati ai dazi e alle barriere commerciali che possono cambiare rapidamente nei mercati?
“L’export rappresenta per noi il vero valore aggiunto: oltre il 65% della nostra produzione viene venduto all’estero. In pratica, due prodotti su tre raggiungono più di 70 Paesi, dove serviamo direttamente oltre 600 clienti internazionali. Questo modello operativo ci permette di conoscere a fondo i nostri interlocutori, comprenderne i bisogni e offrire un supporto concreto nella gestione di problematiche doganali, commerciali e di penetrazione dei mercati.
Grazie alle moderne attività di scouting digitale e alla condivisione di informazioni strategiche, applichiamo il modello ‘one to one’ che ci consente di instaurare un contatto diretto, efficace e produttivo. Questo dialogo continuo si traduce in un servizio di altissimo livello riconosciuto dai clienti.
La nostra forte propensione verso l’estero ci permette di affrontare con maggiore agilità eventuali barriere e dazi doganali. Pur non potendo superare ogni ostacolo — alcune dogane restano particolarmente rigide — nella maggior parte dei casi riusciamo a gestire e risolvere efficacemente queste criticità.
Un esempio significativo riguarda i dazi statunitensi: per noi non rappresentano una barriera insormontabile. La qualità del servizio che offriamo fa sì che i clienti ci preferiscano rispetto ad aziende meno reattive. Questo approccio proattivo e personalizzato è uno dei pilastri della nostra crescita internazionale”.
Gestione della stagionalità
Considerando che una parte significativa del fatturato è ancora legata alla stagionalità natalizia, come state sviluppando la linea continuativa?
“Oggi circa il 65% del fatturato deriva dalla campagna di Natale, mentre la Pasqua contribuisce per circa il 15–20%. Il restante 15–20% proviene da prodotti che ci consentono di superare la stagionalità e di avviare nuove progettualità durante tutto l’anno.
Tornando alle origini, non dimentichiamo che papà Alessandro produceva circa l’85% dei suoi prodotti tutto l’anno e solo il 15–20% era legato al Natale.
Oggi, grazie all’ampio patrimonio di ricettazione storica, abbiamo un enorme potenziale di crescita: le basi ci sono, le idee anche. Il nostro obiettivo nei prossimi anni è ampliare la presenza sul mercato oltre i periodi festivi.
Questa strategia passa attraverso i biscotti al burro, che stanno registrando un forte incremento, ma anche attraverso il filone, le torte Tosa e le Veneziane: prodotti non stagionali, venduti in modo continuativo e capaci di garantire sviluppo e stabilità”.
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