Labubu mania: da dove vengono i charm-mostriciattolo che fanno impazzire la moda
Sorridono, con i loro dentini, agganciati alle borse dei ragazzi di tutto il mondo. Hanno invaso i feed di Instagram delle star e TikTok. Fanno capolino perfino alla Fashion Week parigina. Parliamo dei Labubu, i pupazzetti da agganciare alle borse che negli ultimi mesi sono diventati l’ossessione collettiva della moda. L’ultima collezione “Big Into Energy” ha fatto mettere in fila persone all’alba da Bangkok a Milano, alimentando la mania collettiva (e le rivendite online). Ma da dove arrivano? E soprattutto: perché piacciono tanto?
Da dove arrivano i Labubu (e perché se ne parla)
La sagoma dei Labubu – occhi grandi e sorriso dentato – è stata disegnata dieci anni fa dall’artista Kasing Lung, nato a Hong Kong e cresciuto nei Paesi Bassi. Sono stati proprio i libri illustrati che leggeva da bambino per imparare l’olandese a nutrire la sua immaginazione con elfi, troll e fate del folklore nordico.
Inizialmente, Labubu (che è una femmina) era un personaggio secondario della serie The Monsters. Il vero successo è arrivato quando Pop Mart, produttore di giocattoli da collezione con sede a Hong Kong, ne ha acquisito i diritti per la distribuzione, trasformandolo in un feticcio per collezionisti.

La coppia Labubu & luxury bag regna nello streetstyle parigino (Spotlight)
Il colpo di genio? Il formato “alla cieca” delle blind box: non sai quale Labubu ti è capitato finché non apri la confezione. Un meccanismo che ricorda quello dei pacchetti di figurine e che ha acceso l’interesse tra i collezionisti, disposti ad acquistare intere serie pur di trovare quello mancante, o il preferito.
Le star che amano i Labubu
Belli, a dirla tutta, non sono. Hanno qualcosa di inquietante, oltre che tenero. Il successo dei Labubu però ci dice qualcosa di come funziona l’economia del desiderio. I social hanno contribuito all’espansione del fenomeno in Occidente, ma sono state soprattutto le celebrità. Lisa delle Blackpink, star del K-Pop, è un’appassionata collezionista sia delle versioni giganti che mini, tanto da portarseli dietro anche nelle interviste.
Anche Rihanna e Dua Lipa sono state fotografate con due Labubu agganciati alle borse (rispettivamente, una Vuitton e una Birkin) contribuendo a diffondere il trend. Dai social allo streetstyle il salto è stato breve: i Labubu sono apparsi perfino nei front row delle sfilate al braccio (anzi, alla borsa) degli ospiti.
Il trend dei charm da borsa
Il successo dei Labubu si inserisce perfettamente nel trend dei charm da borsa, che da qualche anno ha invaso le passerelle e le strade. Per le strade di Tokyo e Seoul è perfettamente normale vedere borse firmate decorate con pupazzetti, portachiavi, laccetti e perfino scoubidou colorati (famosa è la versione deluxe di Miu Miu, che ci ha riportato ai tempi in cui li intrecciavamo in spiaggia).
Versace, Fendi, Balenciaga e Miu Miu hanno cavalcato il trend facendo sfilare borse piene di ciondoli e pendagli, e la tendenza non accenna a scemare, anzi. Nuovo assioma della moda: il valore della borsa non viene sminuito dalla quantità di giocattoli appesi. Al contrario: più è preziosa la borsa, più sarà sciocco, buffo o divertente il charm attaccato. Immaginare un Labubu su una Kelly di Hermès solo due anni fa sarebbe stata un’eresia: ora è un must. Per inciso: i prezzi dei Labubu variano dalle poche decine di euro alle centinaia, a seconda della collezione. Sui siti di resell, però, possono essere rivenduti a dieci volte il costo originale.

Un Labubu attaccato a una mni-bag di Miu Miu (Spotlight)
Nostalgia, gioco e sorpresa: il successo dei Labubu
I Labubu sono in ottima compagnia: tra gli altri gadget popolari meritano una menzione i SonnyAngel (pupazzetti senza maglietta) gli Hacipupu e i CryBaby. Improvvisamente, sembra di essere ritornati ai tempi della scuola, quando si collezionavano i Peek-a-Pooh (i ciondoli di Winnie The Pooh da attaccare al telefono) o il merchandising di Hello Kitty e Diddl. Il fatto che il topo con le orecchie giganti sia stato recentemente rilanciato sul mercato non è affatto un caso.
Oltre alle logiche imponderabili e imprevedibili delle tendenze e del loro ciclo, ci sono anche motivazioni psicologiche dietro all’avanzata di charm, ciondoli e ciondolini. La moda ha riscoperto una componente ludica, quasi infantile, e l’ha incanalata in pupazzetti morbidi e colorati. Avere un Labubu (o un CryBaby, o uno scooby-doo griffato) attaccato alla borsa significa far parte di una comunità, virtuale e reale. Per non parlare del potere dell’hype, che spinge le persone a mettersi in coda all’alba per un paio di sneaker in edizione limitata o per un mostriciattolo di peluche: c’ero, dunque sono. Ce l’ho, dunque esisto.
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