Le nuove terapie per curare l’ADHD

Maggio 30, 2025 - 05:00
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Le nuove terapie per curare l’ADHD

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è spesso associato all’infanzia, ma molti adulti continuano a convivere con sintomi che incidono profondamente sulla qualità della vita. Tra i più comuni: difficoltà di concentrazione, disorganizzazione, impulsività e scarsa gestione del tempo. Questi tratti, in ambito lavorativo, possono tradursi in problemi di produttività, interazioni sociali complicate, difficoltà a rispettare scadenze e a mantenere la motivazione.

Non di rado, chi soffre di ADHD adulto si trova a cambiare frequentemente occupazione o a sperimentare frustrazione per obiettivi non raggiunti, pur possedendo competenze e capacità adeguate. Il riconoscimento del disturbo è spesso tardivo, proprio perché mascherato da strategie compensative o attribuito a tratti caratteriali.

Terapie possibili e uso controllato dei farmaci

Per affrontare in modo efficace l’ADHD in età adulta, sono disponibili diverse opzioni terapeutiche. La psicoterapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, aiuta a sviluppare strategie per gestire la disattenzione e l’impulsività, migliorando l’autoregolazione. Altre tecniche includono coaching psicoeducativo, training attentivo, e approcci basati sulla mindfulness. In alcuni casi, tuttavia, può essere indicata l’integrazione con terapie farmacologiche, che hanno dimostrato un’efficacia significativa nel ridurre i sintomi principali del disturbo.
Il ricorso ai farmaci, però, in Italia presenta una realtà molto più complessa rispetto ad altri Paesi. Alcuni principi attivi comunemente utilizzati altrove sono soggetti a rigide limitazioni normative. Le amfetamine, ad esempio, pur ampiamente impiegate negli Stati Uniti per il trattamento dell’ADHD, non sono autorizzate per uso terapeutico nel nostro Paese, in quanto considerate sostanze ad alto rischio di abuso e dipendenza.
Anche il metilfenidato, uno dei farmaci più diffusi a livello internazionale, è soggetto a restrizioni significative: in Italia è approvato per bambini e adolescenti, ma non è autorizzato ufficialmente per gli adulti. Il suo uso è possibile solo in regime off-label, cioè al di fuori delle indicazioni approvate, comportando procedure più complesse, la necessità di uno stretto monitoraggio medico e una prescrizione subordinata a criteri burocratici rigidi. Per adottare soluzioni  terapeutiche consentite nel nostro paese potete consultare l’elenco farmaci italiani disponibili per adhd.

Limiti normativi e ostacoli all’accesso alle cure

L’approccio regolatorio italiano in materia di ADHD farmacologico riflette una logica di massima precauzione, volta a tutelare i pazienti da potenziali effetti collaterali, fenomeni di dipendenza o abusi. Tuttavia, per molti adulti affetti dal disturbo, queste restrizioni possono tradursi in tempi lunghi per ottenere una diagnosi ufficiale, difficoltà ad accedere a specialisti competenti e impossibilità di usufruire di trattamenti considerati efficaci a livello internazionale.
Chi vive con l’ADHD in età adulta ha spesso bisogno di un supporto immediato e continuativo, e la mancanza di accesso semplice a farmaci ben studiati in altri contesti può compromettere la possibilità di gestire il disturbo in modo efficace. A fronte di una crescente sensibilità sul tema e di una domanda in aumento, si renderebbe necessaria una maggiore armonizzazione con le evidenze scientifiche globali, accompagnata da protocolli di utilizzo sicuri e ben regolamentati, in grado di offrire anche agli adulti italiani terapie efficaci, accessibili e sostenibili.

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